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Abighor - "Anticlockwise" (Fandango Records/Lucretia)

Line up:

Cristiano Benassi – Chitarra
Daniele Biffi - basso, fretless, tastiere
Joe Gamberini – chitarra
Giancarlo Mattei – voce
Christian Novak – batteria
 

voto:

5,5
 

recensione

La buona impressione che ho avuto appena vista la copertina del disco viene subito smontata dopo aver sentito qualche pezzo di “Anticlockwise” degli Abighor. In copertina troviamo orologi di vari tipi con relativi meccanismi di funzionamento mentre in basso a destra c’è una bambina che soffiando crea delle bolle di sapone; mi ha trasmesso qualcosa di misterioso e atmosferico ma dalle musiche non sono rimasto molto affascinato.
Clockwise è il titolo dell’ intro che ci accoglie, un intro palesemente ispirato a Time dei Pink Floyd, il rintocco di un orologio, il suono di una sveglia e in più c’è il rumore di una radio in cerca della giusta frequenza.
Ecco giungere la prima canzone introdotta da un riff di chitarra poco originale e con un suono molto debole. Quando tutti gli strumenti e le corde vocali hanno ingranato la marcia mi rendo conto che la produzione pessima rovinerà anche i pochi pezzi interessanti di questo album. Oltre alla mia opinione negativa sul suono, che spesso può essere una valutazione soggettiva, si sente che il volume della batteria è troppo alto rispetto al resto mentre quello della voce è un tantino basso.
Il power/heavy metal proposto da questa band presenta una struttura abbastanza articolata, possiamo dire che un po’ si distacca dai canoni del metal classico anche se le parti strumentali rimangono comunque legate alla minima difficoltà esecutiva che caratterizza il questo tipo di metal. Con questo comunque non intendo dire che una canzone per esser bella debba essere per forza difficile dal punto di vita tecnico, anzi, spesso la troppa tecnica porta a creare parti fredde e insignificanti.
Beh, torniamo a Anticlockwise; in generale i motivi di questo album sono abbastanza originali, pezzi che non rimandano ad alcun gruppo e che costituiscono il marchio di fabbrica Abighor. In base a quello che possiamo sentire da questo disco i musicisti non sembrano dotati di grandi doti tecniche anche se comunque sanno far bene il loro lavoro e muoversi con destrezza nel loro genere.
Il cantante Giancarlo Mattei ci offre una voce intonata e capace spesso di raggiungere alte tonalità ma con un timbro poco originale ed espressivo.
I testi trattano argomenti come morte, rabbia, guerra, etc. (molto metal!!!) e spesso, come ci viene subito comunicato dagli orologi in copertina, compare il vocabolo “time”. In conclusione potrei affermare che gli elementi positivi di questo album sono alcune melodie e le strutture abbastanza personali di queste 9 tracce (escludendo l’intro); per il resto non sono rimasto colpito dalla bravura di questo gruppo.

Recensione di Mattia Berera

tracklist

  1. Clockwise
  2. Slaves and dictators
  3. Outside the window
  4. Mrs. Death
  5. Fight until the end of time
  6. Respect me
  7. War of silence
  8. Nobody’s history
  9. The anger
  10. Hope in chains

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