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Reckless Tide - "Repent or Sael Your Fate" (Armageddon Music/Audioglobe)

Line up:

Andrew Troth - Vocals
Henning Pfeiffer - Bass
Kai Swillus - Drums
Susanne Swillus - Guitars
Oliver Jaath - Guitars
Kjell Hallgreen - Vocals
 

voto:

5
 

recensione

"Repent or Sael Your Fate" dicesi anche debut album della band teutonica che risponde al nome di Reckless Tide. Registrato presso gli Absurd Studio di Amburgo, prodotto e mixato da Schrödey, masterizzato presso gli Stage One Studio (Tankard, Dew Scented, Die Apokalyptischen Reiter) di Buehne e uscito sotto Armageddon Music.
Questa pseudo definizione da vocabolario preannuncerebbe un se non buono almeno discreto lavoro, purtroppo non è così. Nonostante le buone intenzioni della band, le due collaborazioni eccezionali di Jeff Waters (Annihilator) e Sabina Classen (Holy Moses) e le indiscutibili capacità tecniche il lavoro risullta troppo prolisso e molto confusionario. Si spazia da un buon thrash di stampo bay area, dove ogni tanto affiorano riff di matrice più teutonica. Inserimenti di tastiera conferiscono ad alcuni brani atmosfere gotiche fuse con il thrash più marcio (in senso buono) con alternanza di parti vocali pulite in contrasto con growl scadenti e richiami a linee vocali thrash che ricordano band del calibro di Testament e primi Anthrax e per far questo sono serviti addirittura due cantanti.
In questo calderone è stato buttato dentro proprio di tutto e trae quindi in inganno un ottima "Desperation" in apertura, senza dubbio uno dei pochi brani riusciti dell'album seguito a ruota da una buona "Self Destruction" e "Misery". Una forte influenza Pantera si trova in "The Hunt" peccato che le parti di voce pulita, se così si può chiamare, rovinino il pezzo che in qui punti perde di effetto.
Tuttavia se si fossero fermati a questa traccia sarebbe uscito un buon EP, almeno da 8 peccato che le successive 10 rovinino il lavoro fin qui svolto. A partire dalle backing vocals in stile rapper di "Death Train", ai riff privi di mordente poco efficaci e ripetitivi alla paranoia di "Dammned for Now And Nevermore".
"Repent or Seal Your Fate" dopo un buon attacco death thrash che va tanto di moda ultimamente, rallenta per uno scambio di voci pulite che avrei visto decisamente meglio in una gothic band, le raffiche di doppia suonano come un pugno nello stomaco sovrastate dalle lagnose linee vocali dei due singer Andrew Troth e Oliver Jaath che sembrano intenti a gareggiare per far prevalere la propria voce su quella dell'altro, ovviamente tuto questo va a discapito del risultato finale.
Andiamo ora ad analizzare "Lebende Organverpflanzung", brano pesudo demenziale dove vengno ripresi motivetti storici come un parte della Marcia Imperiale di Starwars, brano che fa perdere anche di credibilità quel poco di buono che la band aveva costruito sin ora. Altre quattro tracce ancora prima di concludere il lavoro.
Nella foga di voler proporre qualcosa di innovativo è nato "Repent or Sael Your Fate" volto di una band che non ha ancora decisamente le idee ben chiare, col tampo chissà questi ragazzi troveranno la loro strada e magari daranno vita ad un sound tutto loro. Per ora è consigliato dedicarsi ad altri ascolti.

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

  1. Desperation
  2. Self Destruct
  3. Misery
  4. The Hunt
  5. Death Train
  6. Damned For Now And Nevermore
  7. Demons And Dictators
  8. Repent Or Seal Your Fate
  9. Equality
  10. Lebende Organverpflanzung
  11. Shed The Chains
  12. Intensity
  13. To Die For Creativity
  14. Reckless Tide

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