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Angra - "Temple of Shadows" (Atrheia Records/***)

Line up:

Eduardo Falaschi - Vocals
Kiko Loureiro - Guitars
Rafael Bittencourt - Guitars
Felipe Andreoli - Bass
Aquiles Priester - Drums
 

voto:

9
 

recensione

"Temple of Shadows", secondo studio album con la nuova formazione, quarto se si contano anche l'EP "Hunters And Prey" e il doppio live album "Rebirth World Tour - Live In Sao Paulo", che vede il tanto discusso Edu Falaschi prendere il posto del vecchio frontman Andre Matos.
Dopo tutto questo tempo c'è ancora chi non digerisce il nuovo singer, ma con questo nuovo lavoro, fresco, libero dai vecchi pregiudizi che hanno visto la band rischiare di cadere nel baratro dell'anonimato diventando solo un fantasma del passato che vive sui passati successi, anche il più ostico dei fans dovrà ricredersi. Premetto che non ho amato molto il vecchio "Rebirth", ma con questo nuovo album la situazione cambia. La band si rialza e trova finalmente una sua strada, che sia la continuazione del percorso tracciato con la vecchia line up prima del fattaccio, o che sia una nuova direzione intrapresa dalla nuova line up poco importa. Il lavoro a cui ci troviamo di fronte è carico di energia, quell'energia che sprigionavano i primi lavori power che hanno reso famoso questo genere.
Il concept di per se non è niente di innovativo, trattasi in sintesi della storia di un crociato che ad un certo punto mette in discussione i motivi che l'hanno spinto a partire per la guerra santa con tutte le domande che sorgono di conseguenza.
Molto più interessante la parte strumentale e tecnica del lavoro. Canzoni costruite con un guitar work intelligente e ben riuscito, intermezzi di tastiera, cambi di tempo e accelerazioni di batteria, tipici della power / progressive band in questione. Nulla è stato lasciato al caso. Anche Falaschi nelle linee vocali risulta in un certo senso più sicuro di se, conscio ormai del fatto che solo pochi irriducibili perseverano ancora nel confronto diretto con Matos. Va inoltre detto che in questo platter fanno la loro comparsa tre famosi singer, i cui nomi saranno svelati al momento opportuno.
L'album si apre con "Deus Volt!", breve intro strumentale che trasmette un'atmosfera quasi magica e misteriosa prima di catapultare l'ascoltatore in "Spread Your Fire" che apre in modo prepotente e deciso e caratterizzato da classici cori in stile power anni 80. In "Angel and Demons" spicca su tutto la voce di Falaschi nella sua grande estensione vocale, dai bassi fino agli acuti, surrogata da parti di tastiera e buone backing vocals. Il successivo "Waiting in Silence" è a mio avviso il miglior brano di tutto l'album, pur risultando molto immediato non perde di efficacia nemmeno dopo numerosi ascolti, anche qui la voce di Falaschi, le backing vocals e le chitarre di Loureiro e Bittencourt contribuiscono attivamente alla buona riuscita del brano, stessa cosa si potrebbe dire per l'ottima "Wishing Well".
Entriamo ora nel cuore della tracklist ma le sorprese devono ancora arrivare, ecco dunque arrivare "Temple of Hate", canzone veloce in classico power stile teutonico dove infatti, guarda caso, fa la sua gradita comparsa Kay Hansen (Gamma Ray) che duetta con Edu e suona la chitarra. Hansen dimostra come sempre di trovarsi a suo agio nella sua breve performance e conferisce un tocco di originalità in più al brano, non mi stupirei se l'uomo, a cui si deve l'invenzione del power metal, partecipasse come guest in un prossimo ipotetico live in Sao Paulo con il combo carioca. Con oltre otto minuti di durata "The Shadow Hunter" è il brano più lungo di tutto platter. Si apre con un arpeggio di chitarra seguito da percussioni dai sapori tutti carioca che continueranno a coesistere e ad alternarsi nel corso della canzone con sonorità più tipicamente progressive. Arriviamo ora all'immancabile ballad "No Pain For The Dead", in questo caso una ballad molto speciale con un'ottima prestazione vocale ad opera della singer degli austriaci Edembridge, Sabine Edelsbacher. Come detto in precedenza tre erano gli special guest che hanno offerto le loro ugole nel nuovo album Angra, due di questi sono già stati svelati, il terzo fa la sua comparsa sulle note della potente "Wings of Destinations", si tratta del frontman Hansi Kursch dei Blind Guardian che dimostra di trovarsi anch'egli a proprio agio cantare con Il biondo brasiliano.
"Sprouts of Time" spicca per l'intermezzo musicale con piano e percussioni latino americane, carino ma troppo lungo e più adatto come sottofondo per un cocktail bar che all'idea del concept sui crociati. La successiva "Morning star" è la classica canzone ben riuscita che probabilmente resterà penalizzata dal fatto di trovarsi in un album pieno di brani eccellenti, tra ospiti di tutto rispetto e sonorità che fanno di ogni canzone un pezzo unico. Tuttavia ancora una volta le splendida voce del singer e un buon riffing non fanno certo sfigurare questa canzone ultima pezzo "veloce" del platter. Ritorniamo nel mondo dei lenti con "Late Redemption" brano quasi commovente e ricco di phatos. "Temple of Shadows" si chiude sulle note "Gate XIII" brano che ripropone in chiave strumentalmente alcuni tra gli highlights del concept. Da segnalare l'edizione speciale contenente un dvd che racchiude tutto lo show in cui è stato registrato "Live In Sao Paulo".
Per un maggior coinvolgimento dell'ascoltatore consiglio numerosi ascolti, in modo da poter cogliere tutte le numerose sfumature che caratterizzano quest'ottimo lavoro.

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

  1. Deus Volt!
  2. Spread Your Fire
  3. Angels and demons
  4. Waiting in Silence
  5. Wishing Well
  6. Temple of Hate
  7. The Shadow Hunter
  8. No Pain For The Dead
  9. Wings of Destinations
  10. Sprouts of Time
  11. Morning Star
  12. Late Redemption
  13. Gate XIII

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