Fa sempre piacere quando una band italiana riesce a ritagliarsi uno spazio significativo all’interno della scena metal internazionale. Il primo album dei Raising Fear è finalmente disponibile, “Mythos”, questo il titolo, è una raccolta di leggende e di racconti fantastici legati alla mitologia classica. La forza di questa band è stata però di essere riuscita, a dispetto di molti altri, a non fossilizzarsi sulla mitologia nordica, ma gli eroi leggendari che vengono trattati spaziano dal texano Montezuma, al dantesco Carote, dal greco Teseo, al Minotauro cretese di Minosse. In contrapposizione alla diversità degli argomenti trattati, si trova, uno stile lineare e definito, proprio di una band che è già riuscita a trovare la strada che vuole seguire.
Il sound di questa band è potente e orecchiabile, Myhtos è un album adatto agli amanti dell’heavy metal classico. Con riff duri e immediati i Raising Fear riescono a generare uno stile semplice e diretto e, soprattutto nei ritornelli. Grazie poi anche a qualche influenza power, riescono a dare la giusta cattiveria ai loro pezzi.
Mythos si apre con “Thorr” una canzone veloce e immediata che trova la sua forza nel suo grandioso ritornello. Molto originale è la tecnica usata dal chitarrista, Alberto Toniolo, a metà canzone di far sentire il suono della mano che si trascina sulle corde (siccome questo modo di suonare dura per più di un minuto, in maniera molto marcata e il resto dell’album è suonato in maniera esemplare, escludo che possa trattarsi di un grossolano errore, come potrebbe sembrare all’inizio). Mythos continua con altre canzoni ben riuscite come “Fenrir”, “Montezuma” e “Merlin”, fino ad arrivare alla prima ballata dell’album, “The Goddess”, questa traccia è la prima che permette finalmente di tirate il fiato dopo la valanga di riff, rullate e power-cord velocissimi che hanno caratterizzato la prima mezz’ora del lavoro dei Raising Fear. Non bisogna aspettare però molto per ritrovare canzoni tirate e che in sed e live scateneranno un pogo tremendo, arriva subito “Ocastay” che si propone come tirata finale prima della canzone di chiusura che, come spesso succede in un debut-album, è una cover: “Angel Witch”.
In conclusione i Raising Fear sono una band solida che potrà dire la sua per lo meno nella scena metal italiana, non hanno ancora inventato un genere, questo è vero, ma hanno imboccato una strada che lì potrà portate senza problemi sulla scena internazionale.
Recensione di Tommaso Bonetti
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