Quarto attesissimo album per i tedeschi Agathodaimon, che dopo tre anni di silenzio, durante i quali varie vicissitudini hanno portato dei cambi di line-up, sfornano Serpent’s Embrace . Il titolo parla già da solo, perché la band, proprio come il noto rettile, ha “cambiato pelle”, e nella mutazione ha buttato quelle scaglie che potevano assimilare la loro musica a sonorità definibili estreme per abbandonarsi a melodie e tonalità più soft e più “dark”. Un’atmosfera cupa, oscura pervade l’intero ascolto dell’album, i ritmi sono genericamente lenti , la melodia portata all’estremo. L’intento dei nostri sembra essere di cattivarsi più ascoltatori possibili con sonorità “catchy” e nel contempo scure, che li portano ad avvicinarsi molto ai connazionali Crematory (si intende, fatte le debite differenze); al primo ascolto quasi è difficile rendersi conto che si tratta degli stessi Agathodaimon di Chapter III, sebbene già in questo siano presenti in nuce gli elementi sublimizzati nell’ultimo lavoro, meno che meno degli album precedenti.
Ad ogni modo, Serpent’s Embrace è ben strutturato, brani come la titletrack, “The Darkness Inside” e Feelings” hanno tutte le carte in tavola per accattivarsi le preferenze dell’ascoltatore; inutile e soporifera è invece “Solitude”, cantata dalla guest vocalist Ophelia, già apparsa in altri album. Inopportuna e inadatta al contesto.
Siamo dunque davanti a un lavoro ben progettato e ben suonato, con delle idee ma anche con il “difetto” del genere che alla lunga le canzoni sembrano ripetersi, salvo le poche sopra citate, e a mio avviso al di sotto delle aspettative.
Insomma, un album ascoltabile ma non certamente un ascolto indispensabile, specie se l’intento è di prenderlo per sfuggire alla monotonia e alla calura estiva.
Recensione di Tiziana Ferro
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.