Tornano sulla scena Chris Bay, Dan Zimmermann e soci, comunemente conosciuti col nome di Freedom Call che, dopo averci regalato un live lo scorso anno, propongono il loro nuovo studio album, "The Circle of Life".
Come ci si poteva e doveva aspettare, nulla è cambiato nella proposta del quintetto che resta saldamente ancorato al power metal di scuola Helloweeniana in tutto e per tutto.
In questo caso specifico poi la scarsa originalità della band oltre che nelle musiche e nei testi si nota anche nei titoli delle canzoni, è questo il caso di "Carry On" e "Hunting High And Low" per citarne un paio. Che stupiscono per la banalità sia di composizione che di songwriting. Per in teso le canzoni non sono affatto brutte o suonate male, ma non si addicono ad una band del calibro dei Freedom Call che non è al debut album ma bensì al quarto lavoro in studio.
In "Starlight" sono invece palesi i riferimenti all'album del nostro connazionale Luca Turilli, "Prophet of the Last Eclipse" a partire dal titolo della canzone fino all'utilizzo dell'elettronica. A favore della band rimane il timbro vocale di Bay che perlomeno risulta abbastanza personale.
Ciò non toglie che ci troviamo di fronte a ritmiche e testi sentiti e risentiti già da altre volte e che il pubblico dei Freedom Call si meriterebbe decisamente qualcosa di più.
Non mancano tuttavia buoni, seppur pochi, spunti come nel caso di "Hero Nation" ed "High Enough" e della title track anche se a dire il vero l'intro in chitarra acustica mi ha ricordato l'inizio di Brothers in Arms dei decisamente poco metallici Dire Straits.
Eccoci dunque di fronte all'ennesimo album fondamentalmente inutile, ma perlomeno ben suonato e, vista l'importanza della casa discografica, anche ben prodotto. Tuttavia consigliato solo ai fans più sfegatati, per gli altri il mercato attualmemte offre sicuramente di meglio.
Recensione di Paolo Manzi
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