Appena mi è arrivato in mano questo debut degli Altered Aeon ero convinto che fosse un prodotto inutile. Leggendo un po' la biografia allegata mi ero fatto un'idea incredibilmente toppata del gruppo: leggendo che venivano dalla Svezia e che proponevano death metal mi aspettavo la solita copia inutile di Dark Tranquillity, At The Gates e compagnia bella. E invece no, l'esatto opposto. Il genere proposto è si death metal ma farcito di parti prese da altri generi (eseguite con un buon livello tecnico) che rendono la parte musicale particolare e un ottimo vocalist è l'ingrediente finale di quella che mi sembra una delle più promettenti band del panorama estremo svedese.
La rullata iniziale di Dispirited Chambers ha immensi richiami al power più scontato e infatti mi aspettavo una parte con una doppia cassa a manetta e invece no. E' un riff di matrice thrash a dare via al massacro sonoro. Ottimamente costruita su miriadi di riff il pezzo riesce comunque a risultare diretto, semplice e incredibilmente ottimo come opener. The Resonance of Form in Transition non fa che confermare la bontà della proposta. Riff molto in your face si alternano a riff più tecnici e a riff più cadenzati con qualche parte più melodica e piccoli sprazzi di voce pulita. Con la successiva Desensitizer il tasso tecnico si alza notevolmente e anche la voce di Kjell Andersson si dimostra ottima sia come estrema che come pulita. Il resto del cd non delude assolutamente toccando alle volte picchi veramente notevoli come nel caso di Carpse Noctem (in cui Kjellson mostra un timbro molto simile a quello di Vortex) o di Oath to Endure. Il gruppo è ben affiatato e lo si nota in sede d'arrangiamento in cui tutti gli strumenti collaborano per creare un muro di suono spessissimo ma che comunque lascia sempre spazio alla melodia. Anche le ottime escursioni soliste dei 2 axemen sono ben studiate e non inutili sfoggi di tecnica. Posta in conclusione del cd troviamo anche una bonus track (che non appare nella tracklist del promo) e una ben eseguita cover di King Diamond
In parole povere una delle più belle scoperte che mi siano mai capitate! Potenti, melodici, personali e molto vari, in fin dei conti tutto ciò che deve avere un gruppo. Speriamo che non sia solo un caso ma l'inizio di una serie di capolavori!
Recensione di Simone Bonetti
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