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James Labrie - "Elements of Persuasion" (Inside Out /Audioglobe)

Line up:

James LaBrie
Marco Sfogli
Bryan Beller
Mike Mangini
Matt Guillory
 

voto:

7,5
 

recensione

James Labrie non può che essere catalogato come uno dei più influenti cantanti prog-metal degli ultimi quindici anni. La sua band principale, infatti, i Dream Theater, è tra le avanguardie del metal virtuosistico direttamente dalle origini. Labrie, giunto ormai al suo terzo progetto solista (ricordiamo lo splendido mullmuzzler e il no"non troppo convincente" mullmuzzler2), propone adesso un album molto impegnativo: "Elements of Pesuasion". coloro che conoscono il canadese conoscono quanto sia preparato sul piano intellettuale, i suoi testi sono pieni di metafore, immagini e ogni parola è scelta con particolare attenzione. sola dal titolo"elementi di persuasione" si ha uno specchio che riflette la complessità del pensiero contenuto in quest'album. Il singer riguardo al suo lavoro: "Partendo dalla nascita siamo influenzati dal nostro ambiente, in pubblico così come nel privato. Molte cose che si possono osservare oggi hanno, per me, qualche punto di contatto con la separazione e l'interpretazione della propria religione."
Dal punto di vista melodico invece quello che colpisce di più è la fortissima distorsione usata per la chitarra, in alcune tracce come "Crucify" e "Freak", addirittura, la distorsione sembra quella usata dai Judas Priest in "Demolition". L'album scorre veloce e senza intoppi, il ritmo è sempre incalzante, insomma, Labrie non si dimentica mai (come capitato in mullmuzzler2) di essere un compositore metal.
Le canzoni, dure ed emotive, riescono ad evitare di diventare pesanti grazie la varietà d'atmosfere propria del prog metal, la voce squillante di Labrie, in più, conferisce, alle sue composizioni, un senso di profonda freschezza inimitabile per un altro cantante. Non mancano certo, come in ogni album solista, canzoni che ricordano molto lo stile della band principale dell'autore, infatti, "Pretender" non stonerebbe affatto se messa su una raccolta di brani dei Dream Theater.
I suoi detrattori, che lo davano già finito all'alba del 2000 con "Six Degrees Of Inner Turbolence", dovranno aspettare ancora un bel po' per vedere il definitivo tramonto di uno di cantanti prog più influenti dello scorso secolo.

Recensione di Tommaso Bonetti

tracklist

  1. Crucify
  2. Alone
  3. Freak
  4. Invisible
  5. Lost
  6. Undecided
  7. Smashed
  8. Pretender
  9. Slightly Out Of Reach
  10. Oblivious
  11. In Too Deep
  12. Drained

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