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Russel Allen - "Russel Allen s Atomic Soul" (Insideout Music/Audioglobe)

Line up:

Russell Allen (Vocals, Guitar, Bass, Keyboards)
Jens Johannson/Stratovarius(Keyboards on “Atomic Soul”)
Robert Nelson (Drums)
Michael Pinella/Symphony X(Keyboards)
Michael Romeo Symphony X (Guitar)
 

voto:

7,5
 

recensione

Ecco un tributo all’hard rock da parte del singer della prog metal band Symphony x. L’album è il debut di Allen come solista e conta undici tracce registrate in gran parte dallo stesso Allen.
L’ opener “Blackout” è un brano nel genuino stile hard rock, che però si apre con un’ intro con accenti spostati che rimandano alla carriera progressive-power del cantante. Pezzo decisamente meritevole nel quale il canante esprime un’ ottima presenza vocale anche in uno stile che non è propriamente il suo.
“Unjustified” stacca col precedente, si tratta di un pezzo più lento e cadenzato, ha meno presa del precedente, anche a causa di un suono di chitarra non ottimale. Azzeccato lo stacco verso la metà che conferisce maggior dinamismo al pezzo.
Con “Voodoo Hand” Allen dimostra di avere oltre che tecnica anche molta pregnanza, infatti la canzone è sorretta dalle sue spalle. In questo brano avvengono accostamenti inconsueti tra prog di vecchia data, tratti più pop (anch’ esso non recentissimo), hard rock di quello buono ed un tocco di psichedelia nel solo della tastiera.
“Angel” va a guardare il metal americano dei Linchmob (tanto per intendersi) mantenendo l’onnipresente gusto retò. I suoni delle chitarre restano carenti sia da saturi che da puliti, problema molto meno sentito per gli altri strumenti.
“The Distance” è un brano medio-lento in cui permane uno stile compositivo paragonabile aal’area hard ‘n’ heavy americana. Perfettamente calzanti le linee vocali e molto bella la parte acustica che si apre al quinto minuto, un po’ meno l’assolo della tastiera.
“Seasons Of Insanity” si avvicina molto di più al consueto ambiente di lavoro di Allen, pur senza arrivare ad avere ostentazioni stilistiche. Molto ben riuscito il connubio tra strofa e chorus (che rappresenta senza dubbio la parte migliore del brano).
“Gaia” si muove su tonalità orientali, ed infatti a ben pensarci, chi nell’ hard rock o nell’ heavy classico non ha fatto una canzone dal gusto esotico? Questo risulta però essere il pezzo meno riuscito finora, a parte il breve pezzo con gli archi che si presenta al terzo minuto.
“Loosin’ you” al contrario di come si potrebbe pensare non è una ballatina melensa, ma un altro bel pezzettone di hard rock, che riserva però uno spazio all’ emozione. Gustoso da ascoltare.
“Saucey Jack” è l’ennesima sorpresa che odora di southern blues, ma con la mano più pesante. Molto godibile la batteria che ricorda molto gli arrangiamenti di Bill Ward (primi Black Sabbath).
“We Will Fly” comincia con un’ arpeggio che purtroppo bisogna dire essere un plagio di Wherever Whenever” di… Shakira. Si, fa male, lo so…
Per il resto si tratta di un pezzo a momenti prog, a momenti heavy americano (di quello radiofonico). A parte l’enfasi nel canto ed un’ ottima orecchiabilità non contiene poi molto.
“Atomic Soul” conclude il disco con un tocco velatamente Symphony x miscelato in un pezzo che forse si avvicina ai Deep Purple messi su un’auto scoperta su una highway.
Disco dalle molte sorprese e praticamente tutte positive, l’atteggiamento che ci sta dietro sembra molto verace e genuino, insomma, convince.
L’unica nota negativa sono i suoni delle chitarre che non sono moderni, non sono vintage, sono soltanto pessimi, ma tutto sommato non importa poi molto visti il risultato comunque ottimo.


Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Blackout
  2. Unjustified
  3. Voodoo Hand
  4. Angel
  5. The Distance
  6. Seasons Of Insanity
  7. Gaia
  8. Loosin’ You
  9. Saucey Jack
  10. We Will Fly
  11. Atomic Soul

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