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Imperia - "The Ancient Dance of Qetesh" (Ebony Tears/***)

Line up:

Helena Iren Michaelsen - Vocals and choirs
Steve Wolz - Drums
John Stam - Guitars
Gerry Verstreken - Bass
Jan "Okky" Yrlund - Guitars
Audun Gronnestad - Orchestrations
Arien Van Weesenbeek - Drums (Session Musician)
Henri Sattler - Guitar (Session Musician)
 

voto:

9
 

recensione

Ecco qui il ritorno discografico per l'ex leader dei Trail Of Tears Helena Iren Michaelsen che, dopo il progetto Black Horizon, avvalendosi di un gruppo di ottimi musicisti e di ben tre session man, dà alla luce questo ottimo prodotto di Atmospheric simphonic metal.
Si parte subito alla grande con "Awakening", un intro atmosferico che ricorda molto i Candlemass e che ricorda anche le atmosfere tipiche dei film nordici (Il Signore Degli Anelli); già da questo intro la vena operistica che ha da sempre caratterizzato le produzioni della Michaelsen si fa sentire; segue poi "Mysted By Desire", un pezzo che con il suo inizio molto gotico mette in risalto la voce angelica e potente della Michaelsen, senza però dimenticare l'ottimo lavoro del resto della band con in primo piano il drummer Steve Wolz (che in questo album è stato coadiuvato da Arien Van Weesenbeek) e le orchestrazioni di Audun Gronnestad; la title track parte subito senza alcun compromesso con dei riff tipicamente Heavy Metal improvvisamente interrotti dall'incedere della voce della Michaelsen che impone un ritmo più sincopato; sicuramente questo pezzo si discosta un po' di più dagli altri perchè le orchestrazioni tipicamente gotiche si alternano a riff più Heavy, dettati dall'ottimo lavoro dei chitarristi Stam, Yrlund e dL session guitarist Sattler; segue "Mordor" brano dall'intro molto epico che cede il posto a riff trascinanti ed anche molto potenti (tendono quasi a sfiorare il power in alcuni momenti) accompagnati da un cantato molto dolce e coinvolgente; ed ecco giungere la quinta traccia "Angelchild", una ballad molto dolce, quasi una nenia, introdotta dalle orchestrazioni di Gronnestad e dalla stupenda voce della Michaelsen; un pezzo che si contrappone alla potenza del precedente creando una stuoenda atmosfera; con la sesta traccia "Escape" si ritorna su ritmiche che tendono a sfiorare il power gotico, scandite dalla batteria di Wolz e Van Weesenbeek che farebbero impazzire qualunque metronomo cercasse di contarne i battiti; e si ritorna alle atmosfere più pacate e gotiche con la settima traccia "Into Paradise", una vera scalata verso il paradiso (parafrasando il titolo della storica song dei Zeppelin) scandito dalle orchestrazioni Gronnestad e dalla splendida opera del resto della band, oltre che dalle linee vocali della Michaelsen; con "entering The Perspective" ritorna la potenza e si sente chiaramente che la band ha deciso di andare almeno a 100 colpi di metronomo; infatti il pezzo è molto potente e trascinante e presumo sia uno dei pezzi di apertura dei loro show, una vera scarica di adrenalina; segue "Into The Great Wide Open" il cui titolo già spiega tutto, un inro molto sinfonico che sicuramente farà apparire agli occhi di chi ascolta l'immensità dei grandi spazi aperti (il great wide open appunto); ed arriviamo alla decima traccia "Secret Garden" una ballad in pieno stile celtico che ricorda molto i Blind Guardian di The Bard's Tale; l'undicemsimo pezzo "In Your Mind" ha un intro molto cupo con le linee vocali della Michaelsen che crescono di pari passo con il tono musicale, un pezzo pieno d'atmosfera che non si discosta minimamente dal resto dell'album e che, unito allo spendito outro "Chill Out", rende questo album un piccolo capolavoro del genere, sicuramente da consigliare sia a chi si voglia avvicinare a questo genere, sia chi già era un fan della Michaelsen.

Recensione di Donato Tripoli

tracklist

  1. Awakening
  2. Misted By Desire
  3. The Ancient Dance Of Qetesh
  4. Mordor
  5. Angelchild
  6. Escape
  7. Into Paradise
  8. Entering The Perspective
  9. Into The Great Wide Open
  10. Secret Garden
  11. In Your Mind
  12. Chill Out

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