Sakada, il primo full-length album del cantante Midnight, le cui origini musicali risalgono al lontano 1982. Il singer statunitense ex front-man del gruppo prog-metal Crimson Glory, in seguito a lunghe pause torna nel 2005 con il suo primo album solista.
Questo disco, che di metal ha ben poco, è invece ricco di elementi psichedelici mischiati con maestria a parti rock tutt’altro che pesanti. La musica presentata è abbastanza particolare, si lega bene ai testi da viaggi mentali per creare quell’ atmosfera che caratterizza praticamente tutte le tracce del disco. I testi spingono la nostra immaginazione verso qualcosa di mistico e questo, sommato ad alcuni passaggi e sfumature vocali, mi fa spesso associare i brani allo stile dei Doors. Gli elementi acustici sono frequenti e in diversi brani vengono utilizzati anche strumenti che fungono da condimento per una buona ricetta psichedelica, strumenti come flauto, maracas e banjo.
La formazione a tre è accompagnata da diversi ospiti tra i quali troviamo l’ex componente dei Crimson Glory Ben Jackson che ha registrato le parti di basso del brano Berber Trails e un certo Tomazo che ha recitato la frase in latino presente nella prima traccia Incubus.
La struttura delle canzoni e ben curata tra arpeggi e melodie coinvolgenti e gli assoli di chitarra elettrica, anche se spesso costruiti su fischi e suoni sporchi, direi che si inseriscono alla perfezione nel resto della musica; nonostante ciò io non ho provato la grande emozione che il trionfale ritorno di Midnight avrebbe dovuto provocare.
Recensione di Mattia Berera
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