The Magic of the Wizard’s Dream, questo singolo rappresenta certamente una chicca per i fan più fedeli dei Rhapsody. All’interno vi troviamo cinque tracce, quelle meno “interessanti” direi che sono The Last Angels’ Call e The Magic of the Wizard’s Dream (album version) dato che sono presenti anche nell’ultimo album della band. Le perle di questo disco sono invece le altre due versioni del brano che da’ il titolo al singolo e l’inedito Lo Specchio d’Argento.
La prima versione della title track si differenzia da quella del full-length per alcune parti strumentali, per la durata più breve dovuta alla caratteristica precedente e soprattutto per la presenza di Christopher Lee nel ruolo di singer. Questa volta l’anziano attore non recita come avveniva in Symphony Of Enchanted Lands II, ma canta, nel pre-chorus e nel ritornello.
La seconda versione è musicalmente uguale alla prima del singolo ma cambia il testo che questa volta è in italiano. Data la diversa musicalità delle parole e i problemi di rima il vocaboli dei due testi solo raramente corrispondono anche se comunque Turilli ha fatto sì che entrambe le liriche si sposassero bene con la parte strumentale e anche nella versione italiana troviamo Lee che interviene negli stessi punti di quella in inglese.
Lo Specchio d’Argento è il brano inedito di questo disco, un testo in italiano con musica sulle stile barocco. Come avevo detto per I Guardiani del Destino presente nell’ultimo full-length album, anche questa in più parti, soprattutto nel ritornello, mi ricorda molto lo stile di Branduardi mentre in altre parti mi suona un po’ buffa, sembra un motivo per bambini.
The Last Angels’ Call è la canzone più metal all’interno del singolo, un bel pezzo power sullo stile Rhapsody con tempo non eccessivamente tirato. La produzione del disco è ottima e come sempre gli arrangiamenti sono ben curati.
Recensione di Mattia Berera
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