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Knight Area - "The Sun Also Rises" (Lucretia Records International/***)

Line up:

Gerben Klazinga - Keyboards, Drums, All Music
Mark Smith - Vocals
Peter Van Heijningen - Lead Guitar
Jeroen Hogenboom - Guitar
Arjan Groenendijk - Guitar
Vincent Frijdal - Acoustic Guitar
Ron Van Der Bas - Bass
Gijs Koopman - Bass, Bass Pedals
Mark Van Nieuwenhuizen - Drums
Kees Flameling - Accordion
Joop Klazinga - Flutes, Lyrics
 

voto:

6,5
 

recensione

Credo che chiunque abbia per le mani questo album possa facilmente essere tratto in inganno dall’artwork e dal nome della band, che rimandano a concetti epici, “fantasy”, tipici di qualsivoglia gruppo power metal, allontanandolo da quello che in realtà è lo stile proposto, ossia un prog metal dallo stile raffinato e dalle sonorità ricercate.
La “mente” di questo progetto di nazionalità olandese è Gerben Klazinga, fondatore del gruppo e creatore di tutte le musiche presenti, il quale ha scelto come titolo “The Sun Also Rises” quando rivide sorgere il sole dopo un brutto periodo della propria vita, il che gli diede un’enorme forza per mettersi al lavoro e creare della nuova musica. La formazione non è delle più convenzionali, abbiamo infatti la bellezza di undici artisti che hanno collaborato alla realizzazione dell’album, la cui presenza a dir la verità non si nota affatto, lasciando pensare più ad un’inutile esagerazione (come nel caso di quattro chitarristi e due bassisti) piuttosto che ad una decisione presa per necessità. Il genere proposto da questa band che assomiglia più ad una squadra di calcio non è di facile definizione, in quanto pur rientrando nel filone del progressive metal presenta innumerevoli innovazioni e trovate musicali, come l’uso dell’accordion e dei flauti, il che lo rendono particolarmente unico.
“The Sun Also Rises” nel suo intero è un album che si fa apprezzare per la qualità delle musiche presenti e ciò è dovuto anche ad una buona produzione, oltre che alle ottime idee di Klazinga, anche se risulta un po’ troppo frammentato, con una prima parte (formata oltre che dal breve intro “Beyond…” dalle successive tre canzoni “The Gate of Eternity”, “Conspiracy” e “Forever Now”) che ispira brio e positività, con la title track strumentale (di pregevole fattura) che funge da “spartiacque” e con una seconda parte in cui il gruppo sembra perdere un po’ in lucidità: i brani sembrano omogeneizzarsi su uno stile un po’ confuso, in cui non mancano certo sprazzi di genialità, i quali però risultano insufficienti a tirar fuori la band da queste specie di sabbie mobili in cui non riesce ad esprimere tutto il potenziale che ha fatto apprezzare in precedenza. Purtroppo questo calo di idee influisce sul giudizio finale e complessivo dell’album, che si rivela due facce, così come il dolce-amaro che rimane all’ascoltatore, inizialmente coinvolto dalle melodie e successivamente non del tutto soddisfatto, anche un po’ annoiato, dalle ultime tracce. A ciò va aggiunto l’incomprensibile ispirazione medievale dell’artwork (con tanto di asce, armature, scudi e castelli) e del nome del gruppo, decisione forse mossa da ideali cavallereschi ma che stona totalmente con la musica ed i testi presenti che non rimandano minimamente alle immagini del booklet.

Recensione di Diego Benetti

tracklist

  1. Beyond…
  2. The Gate of Eternity
  3. Conspiracy
  4. Forever Now
  5. The Sun Also Rises
  6. Conviction
  7. Mortal Brow
  8. Moods Inspiring Clouds
  9. A New Day At Last
  10. Saevis Tranquillis in Undis

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