I Time Machine sono fra i più rinomati alfieri del metallo italiano e questo “Best Of” del 2000 non fa altro che celebrarne le gesta raccogliendone le migliori canzoni scritte nell’arco della loro carriera (all’epoca) quasi decennale, dando vita ad un album che può essere considerato la Bibbia di una delle colonne portanti dell’heavy metal italiano. Per chi ancora non li conoscesse, il genere suonato dai Time Machine è stato da loro stessi definito un miscuglio di prog e melodic heavy metal dalle influenze epiche e classiche, con accenni di hard rock: un buon connubio, che ha permesso loro di essere una delle poche band italiane di successo anche all’estero.
La loro storia non è stata però tutta rose e fiori, sia ben chiaro, soprattutto dal punto di vista della formazione, che ha conosciuto molteplici rimaneggiamenti i quali però hanno sempre apportato, per fortuna, cambiamenti in meglio, ed hanno forse contribuito a offrire nuovi spunti alle idee del gruppo. Passando così attraverso le varie “fasi” della loro storia (che iniziò nell’ormai lontano 1992) i Time Machine hanno sfornato la bellezza di sette album (fra mini e full-length) prima di questa raccolta, a cui hanno fatto seguito il mini CD “Aliger Daemon“e l’ultimo album Reviviscence (Liber Secundus) del 2004, secondo capitolo della "Eymerich Trilogy".
Ritornando a “Hidden Secrets”, è un compendio che può essere apprezzato sia chi conosce poco questo gruppo, in cui può ascoltare i loro brani migliori senza doversi accaparrare una montagna di cd, sia dai fan più accaniti in cui possono trovare molte curiosità e materiale inedito, versioni originali o rimasterizzate, di alcune fra le loro canzoni più famose, come una versione di “Stargazer” inizialmente non pubblicata perché troppo commerciale o una “White Collars” rimasterizzata Si tratta di uno “spaccato” dell’evoluzione dello stile dei Time Machine, fornito dalle canzoni più rappresentative dei vari album, quelle che ci fanno capire meglio le idee che di uscita in uscita si sono susseguite nella mentalità del gruppo come per esempio il mix di “Falling Star” e “I the Subversive Nazarene” che sancirono il loro ritorno a sonorità proprie del prog italiano. Siamo quindi dinnanzi ad un “best of” atipico, che non si limita a raccogliere brani affiancandoli al titolo dell’album su cui sono originariamente apparsi, ma che sa fornire molte altre informazioni storiche e curiosità sulla band grazie ad un ricchissimo booklet in cui non solo appaiono i testi delle canzoni (cosa rara per una raccolta) ma vengono riportate le varie line-up che si sono susseguite nella storia del gruppo e le motivazioni che hanno spinto i Time Machine ad inserire i brani presenti.
Un ottimo lavoro, a coronamento di un’altrettanto ottima carriera, che non è per nulla finita, di un gruppo che fa capire come anche in Italia sia da tempo presente una buona scena metal.
Recensione di Diego Benetti
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