Terzo lavoro discografico per i tedeschi In Extremo, fautori di un metal quanto mai strano ed atipico, data la loro abitudine di introdurre strumenti come arpe, flauti e cornamuse. Si parte subito di gran carriera con Ai Vis Lo Lop, pezzo che impone un ritmo abbastanza cadenzato con delle buone linee vocali e chitarristiche.
Ottimo l’inserimento delle cornamuse di Yellow Pfifer, Flex Der Biegsame e Dr. Pymonte. Segue a ruota Stella Splendens, pezzo strumentale in stile celtico che introduce Himail Tempore, pezzo che si colloca a metà strada tra il metal classico ed il folk metal, grazie a dei ritmi molto cadenzati inframmezzati dall’inserimento delle cornamuse. Sono le percussioni di Morgenstern ad introdurre Rotes Haar, pezzo che sembra quasi un canto di battaglia, con le cornamuse che duettano con il cantante Das Letze Finhorn mentre le chitarre creano un ottimo tappeto sonoro. Villeman Og Magnhild è un brano che potrebbe sembrare un canto tipico da fiera, con il suo ritmo che cresce in maniera cadenzata fino a diventare una vera e propria danza, scandita dalla chitarra di Der Lange e dalle cornamuse di Yellow Pfifer, Flex Der Biegsame e Dr. Pymonte. Con la sesta traccia, Como Poden, si ritorna su sentieri prettamente metal, con la chitarra a farla da padrone, tranne per i soliti brevi inserimenti di cornamusa. Belle le linee vocali di Das Letze Finhorn che rende il brano molto accattivante e coinvolgente. Questa volta è un bel duello chitarra/batteria ad introdurre Palästinalied, bel pezzo che con i suoi ritmi cadenzati e trascinanti, riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore fin dal primo ascolto.
Sono le cornamuse ad introdurre Vor Vollen Schüsseln, altro pezzo che sembra la naturale prosecuzione del precedente, scandito dal duetto batteria/cornamuse con delle ottime linee vocali di Das Letze Finhorn. Stavolta sono i flauti ad introdurre la nona traccia dell’album, Maria Virgin (Quem A Omagen D), altro bel pezzo che, come i due precedenti, sembra quasi rappresentare una tessera di un mosaico in costruzione. Ottime le linee vocali e gli inserimenti delle cornamuse. Ed un’altra tessera è rappresentata da Totus Floreo, altro bel pezzo trascinante e coinvolgente, scandito dai duetti batteria/voce e chitarra/cornamuse. In questo pezzo ci sono anche degli ottimi inserimenti di percussioni e timpani. Stavolta il duello che introduce Der Galgen è tra percussioni e cornamuse, prima che l’incedere della chitarra di Der Lange cominci a scandire il ritmo del brano. Belle anche le linee vocali di Das Letze Finhorn, che rendono questo brano veramente coinvolgente.
Chiude questo ottimo album Two Sostra, una vera e propria invocazione, scandita da ottime linee vocali e da un’orchestrazione ottimale fornita dalle percussioni di Morgenstern. Questo album anche se risale al 1998 mantiene una freschezza che non è molto facile ritrovare nelle ultime produzioni musicali in ambito metal e non solo (tranne rare eccezioni chiaramente). Un piccolo gioiello da consigliare sia a chi non ha mai ascoltato nulla del genere, sia a chi già ascolta questo genere.
Recensione di Donato Tripoli
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