Dopo aver visto al Tradate Iron Festival Thunderstorm e Candlemass le mie orecchie erano settate su quello che posso giudicare buon doom metal ...torno a casa e il boss mi fa avere questo disco degli svedesi Faith e al primo ascolto stavo per gettarlo dalla finestra ...poi ho preso tempo e ..magia ! il disco è cambiato. Stavo per dare un 4 ad un disco molto bello,per fortuna ho ponderato ... Tanto per dire,al primo ascolto odiavo la voce ,mentre ora non posso fare a meno di ascoltare questo cd !! E' una voce molto particolare,calda,sensuale ma anche decisa quando serve ...molto eclettica !
Dopo una ventennale carriera di militanza nell'underground scandinavo ( i Faith infatti nascono nel lontano 1984) finalmente il terzetto è riuscito a strappare un contratto con l'italiana Undergound Symphony e devo dire che se lo sono proprio meritati.
Nella scheda di presentazione la musica proposta dai 3 viene catalogata come doom ma questo sarebbe ultra riduttivo ! Certo di base la band propone un buon doom metal,ma non alla Candlemass,non proprio doom metal ,bensì quel doom a tratti psichedelico che troviamo in molte realtà degli anni '70 (anche come scelta di suoni oserei dire) ,un doom vicino ad alcuni episodi targati Black Sabbath ("Now it's gone"). Ma musicalmente parlando i Faith possono venire accostati anche ai Tristitia e ai primi Katatonia (sì,quelli "seri" che facevano doom-death) ma in alcuni tratti le loro sonorità si spingono oltre e vuoi anche per la voce raggiungono le atmosfere che a metà degli anni '90 solo i Mad Season (mega gruppo che vedeva in formazione membri di Stone Temple Pilots e Alice in Chains) sapevano regalare ( "the Real me").
Ma anche altre influenze non sono da sottovalutare : metal classico ovviamente ("Dark Fate" racchiude un pò tutto questo album) ... anche un pizzico di stoner qua e là per arricchire il tutto. Buona produzione,con suoni adatti alla musica proposta e una esecuzione di gusto,soprattutto nelle limitate parti soliste di chitarra. Da segnalare nella track di apertura ("Hatred") un bellissimo passaggio di sax che riesce a rendere il tutto ancora più malinconico e triste ... Delicata la chiusura con l'acustica Death Sleep ... Se dovessi sbilanciarmi e dare la palma per la migliore canzone questa sarebbe sicuramente "Hymn of the Sinner" (che a quanto leggo nella loro biografia è un pezzo che gira da ben 10 anni !) forse l'episodio più "tosto" dell'intero disco,caratterizzato da piacevoli stacchi,proprio perchè non forzati o troppo tecnici.
Un bel disco insomma,un mix straordinario di tanti generi,che riesce a dare un taglio molto interessante a questo che spero sia solo il primo di molti lavori di questo terzetto !
Da avere assolutamente. Fidatevi !
Recensione di Rig ap BRIG
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