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Torian - "Dreams Under Ice" (Underground Symphony/Audioglobe)

Line up:

Marc Hohlweck – Vocals
Carl Delius - Guitars
Alexander Thielmann - Lead Guitar
Tobias Mix - Bass
Manuel Will - Drums
 

voto:

7,5
 

recensione

La band in questione nasce nell’ultra-cattolico paese di Paderborn in Germania, all’inizio del 2003. Le influenze della band devono ricercarsi nel power con contaminazioni più propriamente thrash anni ’80.
L’opening track “Torian” mostra chiaramente le proprie derivazioni, un filo diretto sembra ricondursi a certe sonorità dei primi Helloween. Il brano è una buona miscela di power con tratti di metal più classico, decisamente ben suonato, buono anche il lavoro della voce e delle seconde voci.
“Into The Winter” altro pezzo ben studiato più o meno da tutti i punti di vista. In questo brano il tocco power predomina rispetto alle altre tendenze. Particolarmente buono l’apporto del batterista da prova di ottima scioltezza con la doppia cassa. La presenza delle chitarre permane di buon livello, il volume del basso è invece penalizzato.
“Late Revenge” cerca di mostrare i denti, ma il suono penalizza il risultato, il cantato, soprattutto nelle strofe poco si adatta agli arrangiamenti. Peccato, ci sarebbero state le basi per un bel pezzo granitico.
“Leave This World Behind” si apre in modo nettamente più atmosferico e da spazio a più ampi respiri, anche se velati di tristezza. Le chitarre compiono veramente un buon lavoro del dare pregnanza ad un pezzo dal carattere lievemente retrospettivo. Non proprio azzeccatissimo un pezzo di parlato di voce femminile modificata a computer che in qualche modo fa perdere di serietà al brano. Valido anche il cantato nella seconda parte del brano.
“History Falls” mostra nell’intro tratti più medievali, molto bello il corpo della canzone, che scivola però in un tratto all’inizio dominato dalle tastiere. L’ottima dinamicità del pezzo lo rende immediatamente apprezzabile. Da segnalare lievissime sbavature della voce che, pur non essendo compromettenti, intralciano l’ascesa da buono a buonissimo. “Born To Win” si muove su ritmi poco più lenti rispetto alla precedente, un lieve riadattamento del timbro delle chitarre le rende ancor più calzanti al pezzo. Ennesima dimostrazione di gusto e capacità.
“Decadence” richiama sonorità decisamente più tipiche del power aumentando nettamente la tensione dell’atmosfera. Anche questa volta però, come in “Late Revenge”, il cantato non è troppo adeguato all’arrangiamento ed i suoni sono troppo scarichi. Complimeti ai chitarristi per la resa della cattiveria del pezzo nonostante i citati problemi di suoni. “Mind The Danger” è nettamente più rilassata rispetto alla precedente, dopo un’intro non molto convincente il pezzo si riprende nettamente rendendo abbastanza bene il senso di ciò che vuole esprimere. Resta però la sensazione che a questo pezzo manchi qualcosa per essere veramente convincente. Molto calzante l’assolo di chitarra seguoto da un bridge più melodico.
“The Flaming Overture” consta in una breve intro di chitarra acustica che presenta il brano conclusivo “Souls Of Fire (Like The Autumn Leaves…)” che si rivela nettamente più veloce ed aggressivo, mantenendo però un tocco di malinconia presente nell’intro. Altro pezzo valido, forse non il più valido del disco, ma comunque adatto al suo ruolo di chiusura. Molto adeguato il pezzo finale a base di piano che introduce bridge che poi riporta al tema generale del pezzo. Valevole anche il pezzo di chitarra acustica alla fine, ma pla durata di oltre nove minuti è in effetti eccessiva. Il disco nel suo insieme è piuttosto omogeneo, si può trovare infatti un filo conduttore che leghi un po’ tutti i pezzi, senza però renderli univoci e monotoni, i Torian si dimostrano infatti capaci di giostrarsi piuttosto bene con la composizione.
Il livello tecnico dei musicisti è senza dubbio buono, ci sono solo alcune leggere sbavature in alcuni fraseggi di chitarra e su più d’una parte di cantato.
Per quanto riguarda la produzione ci troviamo di fronte ad un punto che obiettivamente duole. Il suono delle chitarre non si rivela quasi mai adeguato, è sempre troppo scarico e spesso poco corposo, il basso è registrato con volume troppo basso ed anche la batteria in alcuni tratti è poco chiara.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Torian
  2. Into The Winter
  3. Late Revenge
  4. Leave This World Behind
  5. History Falls
  6. Born To Win
  7. Decadence
  8. Mind The Danger
  9. The Flaming Overture
  10. Souls Of Fire (Like The Autumn Leaves…)

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