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Unholy Storm - "Our Ancient Vision" (Autoproduzione/***)

Line up:

Nagattium Corposis - voce, basso
Nebiros – chitarra
Shadowmaster – drums
 

voto:

4,5
 

recensione

Gli Unholy storm sono un gruppo di Torino che sicuramente deve moltissimo a gruppi come, esempio a caso: i Darkthrone.
In fatti il genere da loro proposto è un black metal seminale praticamente privo di parti atmosferiche e ultra grezzo, proprio come quello proposto dai sopracitati norvegesi. Come da un disco di Ferniz e compari, da Our ancient vision, emanano cupe atmosfere nordiche e malvagità pura. Non si può certo dire che il contenuto del disco non sortisca il suo malefico effetto. Purtroppo a deficitare è probabilmente il fattore più importante: l’originalità che non sfiora neppure di poco questi ragazzotti torinesi. Il black da loro suonato lo si può incontrare, sempre, inesorabilmente uguale in decine di altre band che come gli Unholy storm vogliono seguire le gloriose o meglio dire ingloriose tracce dei gruppi che il black metal lo hanno inventato.
Ma ora parliamo di questo specifico disco: quello che fanno gli altri al momento non ci interessa. La produzione è abbastanza sporca, ma questo non è necessariamente uno svantaggio, anzi grazie a ciò il tutto appare ancora più oscuro e deprimente, magari la cosa è pure stata voluta.
Mentre la voce del cantante / bassista Negattium Corposis è letteralmente perfetta nell’ambito di questo disco, ma solo quando canta in growl però perché quando tenta, e ripeto tenta, di cantare pulito, l’effetto non è poi più così piacevole. Sulle chitarre, c’è veramente poco da dire: chi conosce il genere può benissimo immaginarsele: mortalmente veloci e ossessive con l’immancabile effetto zanzara. Ora arriva il punto dolente di questa recensione: i testi. Essi sono di breve durata e composti da mini frasi sconnesse e (In endles horizons of dead christian bodies credo che ci siano pure delle parole in dialetto piemontese mescolate all’inglese) che non hanno nessun senso se non il solito vecchio odio e gli immancabili insulti, verso i poveri cristiani che come sempre vengono tirati in ballo. Non sarà magari l’ora di cambiare gli argomenti trattati nelle lyrics? magari il tema ammazza il cristiano e dagli giù secco a Cristo è un attimino passato di moda e magari qualcuno ne ha anche un po’ le scatole pieni, di mangiare sempre la solita minestra riscaldata.
Per finire una breve descrizione dell’artwork del disco. Bisogna dire che la copertina del CD è abbastanza monotona: un fulmine su sfondo verdognolo sul quale campeggiano il nome del gruppo e il titolo del disco. All’interno, sono riportati i testi delle canzoni (scritti con l’alfabeto gotico che ne rende ancora più incomprensibile la lettura e la comprensione) e le foto dei tre componenti il gruppo che si presentano con l’immancabile facepainting sul volto e borchie ovunque. E provate un po’ ad indovinare dove sono state scattate? Esatto nella foresta. Bisogna dire che questi black metallari sono proprio imprevedibili.
Questo disco è solamente per i fan più sfegatati del black metal. Gli altri potrebbero trovare il tutto leggermente noioso.

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. Endless horizons of dead christian bodies
  2. Pagan tears
  3. Unholy storm
  4. Black forest
  5. Culto solare
  6. Curoboros
  7. The quite after the storm

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