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Goddess Of Desire - "Awaken Pagan Gods" (Armageddon Music/Audioglobe)

Line up:

Lord Arydon - Guitar/Vocals
Count August - Bass/Vocals
Delilah - Female Effects
Bastard - Drums
 

voto:

5
 

recensione

Quarto album per gli olandesi Goddess Of Desire, che ispirano la loro proposta principalmente ad un metal classico e thrash ottantiano, cercando di rievocare con la musica e coi testi l’atmosfera di quegli anni, grazie a degli inni al metal ed allo spirito che unifica tutti i metallari (emulando un po’ in questo senso i Manowar), servendosi inoltre di spettacoli di un certo effetto grazie anche alle ragazze (o meglio spogliarelliste) che accompagnano le prestazioni live del gruppo.
Nonostante le tracce proposte siano abbastanza varie nello stile il tutto non suona per niente originale e il risultato è piuttosto discutibile.
Così alla intro del disco seguono brani come “March to Meet”, dall’impostazione più classica, e la più tirata “Dead End Street”, o anche “Bloodstained Sight”, più pesante e dalle sfumature quasi black, ma anche se con una discreta tecnica quanto suonato dalla band non è certo niente di eccezionale, con riff abbastanza scontati e ritornelli a volte anche orecchiabili, ma difficilmente in grado di catturare l’attenzione dell’ascoltatore, e una registrazione volutamente grezza.
Continua su questa linea la titletrack, che comunque è già di per sé una delle migliori tracce di questo lavoro, mentre molto più immediata e sicuramente meno riuscita è la successiva “Demolition”. Più heavy è “Victory is Mine”, seguita da una “Scream for Metal True” che strizza più che esplicitamente l’occhio alla band di Joey De Maio.
Il gruppo olandese torna poi a ritmiche più veloci ed a linee vocali più aggressive e varie con “Booze”, che risulta con i suoi cambi un brano più “schizofrenico”, non manca poi la citazione dei Motorhead, ripresi in “Nothing's Free” (con una voce che sembra Lemmy col mal di gola…). Si chiude infine con un altro brano incolore come “Majesty of Metal”, che racchiude in sé il completo fallimento di quanto realizzato dalla band, che seppur con diverse variazioni stilistiche che tentano di omaggiare alcuni tra i grandi gruppi degli eighties, cadono nello scontato e nel banale, senza mai pensare ad aggiungere un minimo di originalità o qualcosa di innovativo.
Nato principalmente per divertire, quest’album non raggiunge certamente il suo obbiettivo, e anzi risulta quasi noioso e difficilmente piacevole all’ascolto, e non è altro che una brutta copia di quello che avrebbe dovuto rappresentare.

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. Awakening The Gods
  2. March To Meet
  3. Dead End Street
  4. Holy War
  5. Bloodstained Sight
  6. Awaken Pagan Gods
  7. Demolition
  8. Victory Is Mine
  9. Scream For Metal True
  10. Booze
  11. Nothing's Free
  12. Majesty Of Metal

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