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Steve Thorne - "Emotional Creatures: Part One" (SPV/Audioglobe)

Line up:

Steve Thorne - lead vocals, acoustic, electric and 12-string guitar, bass, keyboards, percussion
Paul Cook - drums on 1, 3 and 8
Steve Christey - drums on 7 and 10
Nick d’Virgilio - drums on 4, 5 and 6 Martin Orford - keyboards on 1 and 2 and flute on 2
Arnie Cottrell - mandolin on 2 and 9
Tony Levin - bass on 3 and stick on 8
Gary Chandler - electric guitar on 4 and 10
Geoff Downes - keyboards and Hammond solo on 5
Liz Allen - backing vocals on 5 and 9
Rob Aubrey - bass pedals and loops on 6
John Jowitt - Rickenbacker bass and fretless bass on 10
 

voto:

7
 

recensione

Steve Thorne è un cantante e polistrumentista che per diverso tempo si è esibito sia come supporter di altre figure (per esempio Jadis), sia come solista, restando però nell’area circoscritta del regno unito. Con il suo debut album “Emotional Creatures: part one” esce finalmente dall’isola e tenta la scalata ai negozi di dischi di tutta Europa.
Già dalla copertina un po’ trasognata e visionaria si intuisce che il contenuto di questo disco avrà quantomeno delle influenze psichedeliche.
La prima traccia “Here They Come!”, che funge da intro al disco vero e proprio conferma, almeno in parte le supposizioni iniziali. Si tratta di una marcia marziale dai toni a tratti scuri che non si miscela troppo bene col primo pezzo vero e proprio “God Bless America”, una ballata dolce nell’accompagnamento, quasi melensa, ma alquanto sarcastica nel testo (I’m so glad that we’re friends,\ Cos I don’t Wanna Die). Molto apprezzabile la tagliente ironia presente.
Nella terza traccia “Well Outta That” comincia a delinearsi la capacità compositiva dell’autore, degno di nota soprattutto l’arrangiamento, che pur restando asciutto crea un ottimo alternarsi di apparente calma e palpabile tensione. Buono, seppur non esagerato, il lavoro del basso che in questo pezzo porta la firma di Tony Levin. Dopo una “Ten Years” carica di rimorso troviamo “Last Line”, brano che parla in modo concreto, ma senza accanimento di una donna dedita all’uso della cocaina. Il tono della canzone resta pacato e malinconico per buona parte del pezzo, ma, terminata la parte cantata, si carica di tensione e di ansia turbinante fino all’acme da dove scema rapidamente fino a spegnersi. Troviamo ora “Julia”, che dopo un’accompagnamento abbastanza scontato che caratterizza la strofa, si apre nel ritornello valevolmente, diventando un pezzo avvolgente ed emotivo. Particolare il cambio che avviene verso la fine che inserisce elementi di elettronica e sposta il tema in posti più esotici.
Dopo una “Therapy”, che in questo contesto risulta prescindibile troviamo un pezzo completamente strumentale, “Every Second Counts”, allo stick riconosciamo la mano di Tony Levin che aiuta notevolmente il brano a sostenersi, diventandone quasi il protagonista. Questo pezzo si differenzia notevolmente dagli altri oltre che per l’assenza della voce, per il carattere rock con sfumature progressive e per il lavoro del basso che congferisce al brano un’energia assente negli altri pezzi.
Con “Tumbleweeds” andiamo su toni che miscelano le caratteristiche della ballata acustica della seconda traccia col tocco di malinconia sempre presente negli altri brani con l’aggiunta di un tocco peruviano.
Finalmente in “Gone” troviamo un pezzo non più malinconico. L’inizio del pezzo si snoda, come la maggior parte degli altri brani, su atmosfere acustiche, fino all’ingresso di una prepotente chitarra distorta sopra la quale anche la voce incattivisce. Da segnalare l’assolo di chitarra dal sapore rock-blues ad opera di Gary Chandler.
La conclusiva “Goodbye” richiama i caratteri di ballata acustica, finale che non sorprende nessuno, ma tutto sommato adeguato.
Disco organico nel complesso, in alcuni momenti manca un po’ di spunto, è presente più d’una volta lo schema: strofa leggera-ritornello corposo . Gli arrangiamenti hanno sempre un tocco di raffinatezza che in alcuni brani viene sviluppato, ma che in diversi casi, rimane uno spunto.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Here They Come
  2. God Bless America
  3. Well Outta That
  4. Ten Years
  5. Last Line
  6. Julia
  7. Therapy
  8. Every Second Counts
  9. Tumbleweeds
  10. Gone
  11. Goodbye

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