I brasiliani Angra hanno sicuramente trovato il modo di superare il pesante
split, avevano infatti lasciato la band Luis Mariutti e Ricardo Confessori
ma soprattutto si temeva per la mancanza del virtuosistico cantante Andre
Matos. Questo profondo rinnovo ha sicuramente giovato alla vena creativa
della band che, dopo un grigio "Fireworks", ritorna ai fasti dei suoi primi
album riscoprendo un power metal classico e diretto. La voce di Eduardo
Falaschi è in primo piano, come lo era quella di Matos, ma il nuovo cantante
è riuscito nell'impresa di non far rimpiangere ai fan il cambio di vocalist
offrendo un'ottima prestazione.
Il CD si apre, dopo un breve intro, con "Nova Era" l'esplosione di suoni con
le tastiere in primo piano fanno subito capire come gli Angra non abbino
dimenticato il loro passato, ma al contrario cerchino di migliorare il loro
stile senza forti discontinuità. Tra le prime traccie vi è forse anche la
più orecchiabile ed accattivante canzone che i brasiliani abbiano mai
scritto: "Acid Rain", in questa canzone si fondono la potenza dei vecchi
cavalli di battaglia e la voglia di sperimentare nuove strade e nuove
atmosfere, ne è un esempio lo stacco strumentale centrale con Loureiro e
Bittencourt in primissimo piano a dare lezione di tecnica a tutti gli
ascoltatori.
"Unholy Wars", la canzone centrale dell'album, è suite divisa in due parti
nelle quali il power classico si intreccia fortemente con i ritmi tipici del
Brasiliani come nella ormai leggendaria "Carolina IV". La carica degli Angra
non si attenua né con la tiltle track (interamente giocata su cambi di
tempo e di atmosfere) né nel finale dell'album, che si conclude con
"Judgement Day" (altro grandioso stacco strumentale ipertecnico con
contaminazione di sonorità pololari brasiliane) e "Running Alone".
Una sorpresa arriva con la canzone di chiusura, "Vision Prelude", una
classica ballata che riadatta con maestria un malinconico brano di Chopin.
Insomma, gli Angra sono tornati, più in forma che mai e la loro rinascita è
stata annunciata nel migliore dei modi: con un album veloce, pulito ed
interessante sotto molti punti di vista. Questo gruppo ha le carte in regola
non solo per piacere agli amanti del genere e basta ma per essere uno di
quei gruppi universali, se continueranno così gli Angra faranno parlare si
sé ancora per molto!
Recensione di Tommaso Bonetti
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