Gli Scum sono un gruppo abbastanza estemporaneo, formato da elementi provenienti da Amen, Zyklon, Emperor, Mindgrinder eTurbonegro con l’esplicito intento di fare un disco che scuotesse se non le classifiche, almeno una certa parte della scena musicale europea.
Il genere proposto tenta di miscelare i generi caratteristici dei gruppi da cui i componenti provengono ossia punk-hardcore con elementi più metal e magari anche sfumature tendenti al black.
Bisogna dire che in effetti, i cinque componenti del gruppo sono riusciti nell’intento di miscelare stili diversi.
Il primo pezzo dell’album “ProtestLife” può essere ritenuto esemplificativo, le componenti mixate sono una voce di stampo nettamente hard core, le chitarre viaggiano su toni variabili e la batteria chiama a gran voce il metal di tendenza estrema. A parole il discorso può funzionare, in realtà è una sperimentazione interessante, ma già dal secondo pezzo, la title track “Gospels For The Sick” si avvertono scricchiolii nello scafo della barca degli Scum, mentre gli strumentisti, chi più, chi meno, danno accenni di variazioni, il cantante Casey Chaos va sempre via dritto per la sua strada , che la base sia punk, metal o quello che volete, poco importa. Se la cosa può creare contrasti interessanti, denota anche poco spirito di adattamento da parte del cantante.
Nel terzo pezzo “Throw Up On You” esce lo spirito più punkeggiante della band e quasi si sente ilò cantante che non aspettava altro, la batteria, dal canto suo gioisce meno.
Nell’intro di “Truth Will Not Be Sold” si sente una chitarra che si lamenta in lontananza rievocando il tipico stile black che, se da un lato non verrà strettamente rispettato dal prosieguo del pezzo, dall’altra bisogna dire che bene funge da apertura per il pezzo di gran lunga più cupo che si trova in questo disco.
“Deathpunkscumfuck” sarebbe da citare anche solo per il nome, ma diciamo anche che si tratta del pezzo più tirato del disco, con influenze che sfociano nel grind, batteria veloce e dritta e durata di poco superiore a due minuti. Bisogna dare atto al cantante del fatto che in questo pezzo è evidente il suo tentativo di uscire dai suoi registri e di dare al pezzo qualcosa in più.
In conclusione troviamo “The Perfect Mistake” prima della registrazione della quale evidentemente il cantante deve avere ingerito per sbaglio una lametta da barba, oppure si tratta di un deplorevole tentativo di scimmiottare growl e scream… drammatico. Verso i cinque minuti troviamo il primo cambio degno di essere chiamato tale, ad opera in particolare di chitarre e batteria che danno vita ad un pezzo tendente all’heavy classico con un tocco malinconico. Peccato che il tutto sia reso difficilmente decifrabile dai guaiti del cantante e da un suono ruvido e molto impastato-
Il disco viaggia più o meno sempre sulla stessa linea, i pezzi sono tutti mediamente concitati, con un tocco quasi di ansia e più di qualche volta vi si trovano inseriti dei pezzi assimilabili al punk più melodico che danno un minimo di apertura a qualche pezzo. Il livello tecnico dei componenti è un’altra delle cose poco decifrabili in questo disco, si può dire che il batterista Faust sembra abbastanza preparato, almeno per quanto riguarda la velocità, poi il gusto è un’altra cosa… e se ne sta ben distante. Per chitarre e basso poco da dire, le prime seguono linee mediamente semplici, come la tradizione del punk vuole rigorosamente, il secondo è affossato sotto tutto il resto e non fa grande differenza. Del cantante ne è stato già ampiamente parlato.
La produzione del cd offre suoni bruttini e confusi.
Ci sono un paio di aspetti che risollevano però la sorte del cd. Suoni scarni e semplicità delle parti di sicuro non sono casuali, infatti lo spirito del punk più atavico e grezzo sguazza beato in questo contesto, per cui, se all’ascolto la sensazione che si prova magari non è troppo vicina al piacere, dall’altro bisogna ammettere che il risultato si avvicina agli obiettivi che i componenti del gruppo si erano preposti. Del resto anche la componente metal affiora nei pezzi più pesanti.
Recensione di Lorenzo Canella
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