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Bohica - "No Apologies" (Casket/Audioglobe)

Line up:

James Burns – Vocals
Eng Wei (Wingee) Chua - Guitar, Keyboards
Steve Inglis – Guitar
Christian (Tish) Inglis – Bass
Nathaniel Renouf – Drums
 

voto:

6,5
 

recensione

Full-length d’esordio per questa giovane band proveniente dal sud dell’Inghilterra, che propone un genere non propriamente rientrante nella categoria metal, anzi, un qualcosa che i più intransigenti fans del genere etichetterebbero irrimediabilmente “false”. Stiamo parlando di un rock alternativo, giovane, che risente di notevoli influenze crossover sia nei riff che nelle linee vocali, un genere che purtroppo a mio avviso sta diventando un po’ troppo popolare in questi ultimi tempi.
A discolpa del gruppo c’è da dire che le idee sono buone, anche se le canzoni tendono ad assomigliarsi un po’ tutte forse a causa della batteria, i cui tempi sono poco variegati, e le melodie della voce sono fresche e coinvolgenti, costituendo forse l’unico punto di forza della band. Una pecca che si nota già dai primi ascolti è invece la poca aggressività dei riff, l’insieme di chitarre basso e tastiera non riesce a creare quell’onda d’urto necessaria ad attirarsi le grazie dell’ascoltatore, ma questo è probabilmente un problema di produzione, colpevole forse di non aver saputo miscelare con sapienza i suoni già poco convincenti (la batteria è al limite della decenza). L’apertura dell’album non è male in quanto i primi due brani “Fragments” e “Take Control”, nonostante si assomiglino abbastanza, riescono tutto sommato a farsi notare positivamente grazie all’alternarsi di strofe aggressive dalla voce urlata che lasciano spazio a ritornelli trascinanti in cui la voce pulita di James Burns colpisce per le trascinanti melodie che ottimamente si sposano con l’asprezza delle chitarre distorte. La seguente “Finch” si fa apprezzare per la strofa in tipico stile rock americano che il gruppo fa puntualmente sfociare in un ritornello dai tratti crossover, portandola sulla falsariga dell’intero album mentre con “Hide” si capisce che, se si impegnano, questi ragazzi sono in grado di trasmettere un po’ più di aggressività tramite i riff di chitarra, in essa infatti si raggiunge il punto più vicino al metal dell’album, grazie ad alcune parti cadenzate e trascinanti.
Non è un caso se il gruppo ha scelto questa canzone come soggetto del video multimediale presente nel cd, un video di buona fattura che permette di vederli all’opera, con una presenza scenica che non passa inosservata. “Another Twisted Point of View” continua sulle sonorità aggressive introdotte dal brano precedente, peccato che quest’idillio duri troppo poco, visto che “Paracetamol” ci riporta alla cruda realtà crossover di inizio album e “Crowl” seppure dotata di una buona dose di cattiveria rimane una parentesi troppo breve per chi, come me, sperava in una sterzata decisiva verso sonorità metal. Da qui in poi i brani riprendono ad assomigliarsi sia nei riff che nei tempi di batteria, con la sola “Propane” che si discosta dal solito copione, in essa infatti si possono, per così dire, “apprezzare” sonorità vicine al punk. Il brano di chiusura, “I Move On” fa storia a sé, essendo un lento con chitarra e voce pulita, non troppo melodico ma tutto sommato piacevole, in cui viene a galla la vena romantica del gruppo.
Il giudizio sui Bohica non può che essere positivo, nell’ascoltarli si intuisce che sono buoni musicisti e che le idee che hanno non sono male, l’unica pecca è il genere che propongono, questo crossover rockeggiante ha tendenze un po’ troppo commerciali per i miei gusti, diciamo che non mi stupirei se un giorno accendendo la tv dovessi vedere il loro video su Mtv.

Recensione di Diego Benetti

tracklist

  1. Fragments
  2. Take Control
  3. Finch
  4. Hide
  5. Another Twisted Point of View
  6. Paracetamol
  7. Crawl
  8. Here It Comes Again
  9. Doorway
  10. Propane
  11. Around My Skin
  12. I Move On

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