Ladies and gentlemen vi annuncio ufficialmente che gli Xandria son tornati. Dopo un anno dalla pubblicazione del loro album di successo, “Ravenheart”, il combo tedesco, attivo sin dal 2003 quando con il suo album d’esordio “Kill The Sun” fece veramente il botto e divenne, grazie anche ad una frenetica attività live. un simbolo della scena Gotica, ritorna a deliziare le nostre orecchie con la sua nuova fatica discografica. In questo album il gruppo propone un mix di Gothic Rock, Metal e melodie di caccia. L’album vede alla produzione Jose Alvarez-Brill (che ha già curato la produzione dei Wolfsheim). Rispetto al precedente album, il songwriting di India è più contemporaneo, i suoni delle chitarre hanno assunto una loro personalità. Grazie anche all’irresistibile charme della voce di Liza, questo album ha il potere di incantare e ad emozionare.
Nonostante il titolo possa far pensare che India sia un concept dedicato all’Oriente, la questione è ben diversa. India è sinonimo dell’eterna ricerca del significato e degli scopi della vita, un tema che percorre l’intero album. Su India, i cinque musicisti danno il meglio di loro stessi, avvalendosi anche dell’aiuto della sezione d’archi della rinomata Deutsches Filmorchester Babelsberg (che ha firmato le musiche del film “Schindler’s List”). Si può senza ombra di dubbio affermare che l’album è equamente diviso tra momenti più atmosferici e sincopati, quasi mistici, ed episodi in cui la vena metal, che ormai è diventato un marchio di fabbrica del gruppo, si esprime ai suoi massimi livelli. Citazione a parte va fatta per la titletrack in cui sin dall’inizio l’ascoltatore viene quasi invitato, dalla sua suadente voce di Liza, ad assaporare i misteri ed i piaceri dell’India, prima di essere riportato alla realtà dall’irrompere maestoso delle chitarre. A mio modesto parere, anche l’ascoltatore più distratto, ascoltando anche in maniera sommaria In Love With The Darkness, singolo che ha anticipato l’album, Like A Rose On The Grave Of Love, The End Of Every Story (senza dubbio i brani più melodici contenuti nell’album) ed infine Dancer, potrà facilmente intuire l’amore spassionato che la band nutre per le grandi melodie e soprattutto per le ritmiche celtiche e folk irlandesi. Invece i fan di vecchia data data della band potranno trovare pane per i loro denti in quasi tutti gli altri brani contenuti nell’album; per chi però volesse esplicitamente ritrovare la vena metal della band potrà trovare piena soddisfazione in brani come Fight Me e Widescreen, delle vere perle che riescono ad essere melodici e potenti senza però risultare noiosi e scontati. La magia incantatrice del gruppo continua a deliziare le nostre orecchie anche con Now & Forever, Black & Silver, Who We Are (And Who We Want To Be), Winterhearted, degli ottimi mid-tempos caratterizzati da dei chorus che entrano subito in circolo, quasi fossero dei veleni che provocano assuefazione immediata. Chiramente un album stupendo deve, per forza di cose, prevedere una chiusura maestosa. Ed infatti il gruppo ci regala un ennesima perla, Return To India, brano che riprende le stupende ed accattivanti ritmiche create dalla titletrack (qualcuno potrebbe dire che sia la parte 2 ma non è così in quanto il pezzo si distingue nettamente dal precedente in quanto contiene dei riff di chitarra non presenti sulla titletrack) come chiusura di un album che io personalmente ritengo ottimo. In un pezzo gli Xandria cantano “Who We Are (And What We Want To Be)”; penso che la risposta, come dice il buon Lubrano, sorga spontanea: sono dei fenomeni musicali che meritano di avere il successo che hanno conquistato. La mia speranza è che vengano anche apprezzati fuori dalle regioni tedesche e del Nord Europa.
Alcuni hanno osato paragonare gli Xandria ai Nightwish. Personalmente ritengo che il paragone vada fatto in senso contrario, in quanto sono i secondi a dover apprendere qualcosa dai primi. Infatti il livello artistico degli Xandria è ben superiore a quello dei Nightwish, sia come orchestrazione dei pezzi, sia per la varietà delle sonorità proposte. Infatti i Nightwish tendono molto spesso ad essere ripetitivi; al contrario gli Xandria riescono sempre ad inserire quel qualcosa che rende ogni pezzo differente dagli altri. Insomma, questo è un album che posso tranquillamente consigliare anche a chi non è un fan dei Nightwish.
Recensione di Donato Tripoli
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