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Pantommind - "Shade of Fate " (***/Lucretia Records )

Line up:

Tony Ivan - Lead and Backing Vocals
Pete Christ - Electric and Acoustic Guitars
Peter Vichew - Guitars
Dido - Bass
Sunny X - Keyboards
Drago - Drums & Percussion/Backing Vocals
 

voto:

7
 

recensione

Purtroppo quando ci si trova davanti ad un gruppo progressive, nella necessità di giudicarlo, un profano del genere come il sottoscritto tende ad utilizzare come metro di valutazione i più ben noti Dream Theater, maestri incontrastati a livello mondiale in questo genere di metal.
Ciò può avere conseguenze negative sul giudizio finale del povero gruppetto in questione, essendo ben poche le bands che possono permettersi di scalzare dal loro trono i Dream Theater, sarebbe come giudicare chi fa rock alla luce di ciò che hanno creato gruppi come i Queen, ad esempio. Dopo questa premessa non aspettatevi però un analisi negativa sull’album dei Pantommind, essi sono infatti un ottimo gruppo, capace di produrre del buon prog metal, dalle sonorità tipiche che rientrano nelle aspettative di chi vuole ascoltare un eccellente album di questo genere. “Shade of Fate” rappresenta il primo full length, dopo i due demo “Unreality” del 1995 e “Farewell” del 1999, partoriti nonostante i continui rimaneggiamenti di line-up che non hanno certo reso facile alla band la stesura di nuovi brani. Ciò fa capire quanto possa essere arduo mettere in piedi una band che suoni prog, un genere che non si può certo improvvisare senza una buona base tecnica, il che rende difficile reperire i musicisti adatti e così come per molti altri gruppi anche per i Pantommind c’è voluto del tempo per arrivare ad una formazione stabile in grado di produrre un full length di qualità. E la qualità tecnica del sestetto bulgaro, credetemi , è elevata, sia dal punto di vista esecutivo che dalla struttura dei brani, non mancano infatti i soliti virtuosismi previsti dalle leggi del prog, con chitarre, tastiere e batteria che vanno a braccetto in una “sagra del tempo dispari” che nulla ha da invidiare a molte band già affermate nel settore, a cui si aggiunge un’ottima prova del cantante Tony Ivan, capace di interpretare i brani con sentimento, evitando di appiattire il tutto con linee vocali monotone.
In questo è aiutato anche dalla vena compositiva della band che crea brani decisamente dissimili fra loro pur mantenendo uno stile ben preciso e coerente in cui non esistono parti che si “assomigliano” troppo. Ascoltando “Shade of Fate” ci si imbatte inizialmente in brani energici e veloci come le prime due tracce “Shade of Fate” e “Follow Me”, trascinanti grazie ad un buon impatto sonoro, dopodiché l’album si fa più lento, cadenzato, meno aggressivo nelle seguenti “Closer to You” e nell’ottima “Trace to Find”, un lento in cui spicca l’ottima interpretazione del cantante. Con “Spectastral” e “The Final Line” i tempi ritornano a velocizzarsi per l’ultima volta, da qui in poi infatti il tutto diviene più tranquillo e troviamo addirittura due tracce strumentali: l’intermezzo “Mindtrip”, che fa rifiatare e spezza una scaletta diventata ormai un po’ troppo pesante ed il brano finale “Orpheus Whisper”, una breve traccia psichedelica con cui si conclude “Shade of Fate”.
In generale si può giudicare più che positivamente la prova dei Pantommind, che possono senz’altro mirare in futuro ad affermarsi nel panorama prog, senza rimanere uno degli infiniti gruppi “interessanti” grazie anche alla peculiarità della loro terra d’origine.

Recensione di Benetti Diego

tracklist

  1. Shade of Fate
  2. Follow Me
  3. Closer to You
  4. Trace to Find
  5. Spectastral
  6. The Final Line
  7. Why
  8. Mindtrip
  9. Knocking on My Door
  10. After Rain
  11. Orpheus Whisper

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