Gli Angel crew sono una brutal hardcore band formatasi nel 2000, che fra le sue fila ospita elementi che hanno militato in formazioni alle quali la scena hardcore europea deve moltissimo. Sto parlando di gruppi quali Arkangel, Length of time e Deviate. La missione che questi sei baldi giovani si sono prefissati, è quella di mixare gli elementi più duri della hold school of hardcore europea, con quelli della nuova scuola per creare una miscela esplosiva da loro stessi battezzata hate metal – core.
One live one sentence, è un album contenente 11 canzoni che durano in media due minuti e mezzo l’una. Cosa abbastanza normale per un disco di questo genere musicale, che è basato soprattutto sulla potenza e l’immediatezza dei brani. Potenza della quale one live one sentence è sicuramente dotato. Peccato però che le canzoni, siano tutte abbastanza simili e mancano di freschezza, cadendo spesso nei cliché che hardcore / metalcore solitamente propongono. Comunque i sei musicisti sono bravi e coi loro strumenti, sanno creare un bel po’ di chaos: batteria bella massiccia, riffoni potenti che in alcune parti del disco, assomigliano lontanamente a quelli del thrash. Genere al quale i nostri ragazzi si sono sicuramente ispirati, dato che in Chapter of violence riescono pure a creare dei suoni molto vicini a quelli degli ultimi slayer. Cosa molto importante da notare è che i due chitarristi non si mantengono sempre sulle corde basse, ma sanno che esistono anche quelle un po’ più alte. E ciò non è un male.
Bella anche la trovata delle due voci: la prima si occupa del growl mentre la seconda esegue le parti pulite.
Purtroppo nel complesso il disco è abbastanza noioso e nonostante quel paio di spunti interessanti sopra citati, gli Angel crew non riescono a dare quella traccia di originalità che avrebbe potuto fare risultare One live one sentenced un disco superiore alla media; esso contiene puro e semplice hardcore sentito e risentito miriadi di volte.
Nonostante il voto sia sufficiente, il platter è consigliato soltanto agli hardcoristi più sfegatati e al gruppo posso solo dare un consiglio, siete bravi, ma sicuramente se usciste un pochettino dal seminato, fareste sicuramente il salto di qualità che potrebbe portarvi fuori dal vostro pubblico di nicchia.
Recensione di Elisa Mattei
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