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Searing I - "Bloodshred" (Black Lotus Records /Audioglobe)

Line up:

Marcus Oloffson – Guitar
Mattias Hansson – Bass
Andreas Engman – Drums
Andreas Oman – Vocals
Anders Bjork - Guitar
 

voto:

7
 

recensione

Abbiamo per le mani una band di Uppsala, importante città per i vichinghi in terra svedese, che è un po’ la patria di un certo tipo di death, del quale anche i Searing I si fanno alfieri.
La prima traccia “Empty Threats” spiega già esaustivamente con chi abbiamo a che fare. La traccia infatti consta di un bel pezzo di matrice death metal europeo della prima ondata, con interessanti inserti più melodici che si fondono alla perfezione col resto, più violento, del pezzo. Ottimo il riffing delle chitarre.
In “Tons Of Hate” le caratteristiche più tirate vengono ulteriormente accentuate, di spazio per melodia e bei sentimenti ne resta ben poco. In questa traccia il batterista dimostra di essere dotato, se non di un gusto avanguardistico, perlomeno di due discreti stantuffi che martoriano la gran cassa ad intervalli alterni.
La terza traccia “The Gift\Curse” mostra spunti un attimo più avanguardistici, con un riff spezzato delle chitarre che lasciano la voce scoperta, danto un taglio leggermente industrial al tutto. Troviamo inoltre aperture più melodiche ed un solo di chitarra che non è criticabile, ma nemmeno necessario.
“Born Dying” si discosta leggermente dal carattere degli altri pezzi, essa si dirige in una direzione leggermente più tecnica e la resa sonora dei riffs appare più ricercata. La violenza non ne risente minimamente.
“Iwon’t Forgive” costituisce un altro esempio di tentativo (seppur embrionale) di ammodernamento, il riffing delle chitarre ricorda una certa serie di riffs tendenti all’orientaleggiante degli Arch Enemy (stile strofa di “Dead Eyes See No Future”, nonché un’abbozzo di coretti alla Soilwork, per intenderci. Il tentativo, se cosciente, resta comunque timido ed accennato, probabilmente in virtù della coerenza ed organicità dei pezzi.
Le tracce rimanenti aggiungono poco a quanto già detto ed in effetti 14 pezzi appaiono un pio’ eccessivi per una ristretta varietà, l’unica cosa che si può aggiungere sulla traccia conclusiva “I Please My Hunger” è che resta perfettamente in linea con la filosofia seguita dal combo svedese, ad ulteriore affermazione di ciò che il disco ha già ampiamente spiegato.
I pezzi sono in genere piuttosto corti, scelta dovuta forse al tentativo (abbastanza riuscito) di non appesantire l’orecchio dell’ascoltatore, ma che forse denota una non totale sicurezza nella composizione dei pezzi stessi, scorrevoli, ma non troppo vari. In generale il disco risulta di ascolto non troppo impegnativo (per le orecchie abituate a musica un po’ estrema), la violenza dei pezzi viene fluidificata da una sfumatura melodica che si intravede tra le righe.
Dal punto di vista tecnico il livello medio è adeguato al genere suonato, i pezzi, seppur come già detto un po’ brevi, riescono a trasmettere cattiveria, ma fanno capire di avere un senso ed una certa progettualità a loro sostegno.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

  1. Empty Threats
  2. Tons Of Hate
  3. The Gift\Curse
  4. A Treacerous Ride
  5. Head First
  6. Born Dying
  7. The Man I’ve Known As Me
  8. Burn Alive
  9. I Won’t Forgive
  10. Vision Within
  11. Life Surreal
  12. Tre Identity
  13. Downfall
  14. I Please My Hunger

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