A volte si dice che la classe non è acqua: molto spesso capita di dover realmente cercare con il lanternino per trovare delle band che si possano definire valide.
Ed è questo il caso dei Nikki Puppet, band proveniente da quella miniera d’oro che risponde al nome della zona di Hannover, zona famosa per gruppi come Victory, Scorpions. Questi quattro pazzi tedeschi (due uomini e due donne) riescono ad intrecciare l’inconfobile, spezzafiato e carismatica voce della cantante Nicky Gronewold con un songwriting maturoed un lavoro d’equipe veramente straordinario.
Tutto questo sfocia in quel mix letale che è l’album che il gruppo ci propone come debutto. Un’alchemica miscela di Metal tradizionale, Hard Rock e sonorità moderne che lo rendono unico ed allo stesso tempo molto particolare. Basti solo pensare che la produzione è stata affidata a quel guru del metal che risponde al nome di Hermann Frank (che quelli non più giovanissimi ricorderanno come rinomato produttore nonchè famoso chitarrista di band come Accept e Victory). L’album è una serie infinita di pezzi al fulmicotone: “Puppet On A Strin”, “Sirens”, “Syncronized”, “I Feel Unreal”, “Another World”, “Ignorance”, “Enjoy”, “Stand Here This Way” ed infine Insignificant, pezzi che, se eseguiti in sede live, sarebbero capaci di generare un headbanging furioso, grazie ai riff di chitarra rocciosi creati da Mamalitsidis ed al titanico lavoro della sezione ritmica guidata dal basso di Sobek e dalla batteria di Wolpers, il tutto condito dalla splendida e trascinante voce di Nicky Gronewold. Il gruppo si concede una rapida escursione sui lidi della melodia e dei ritmi quasi unplugged con la bellissima e struggente “Grumpy Face”, un’ottima ballad in cui la maestria del chitarrista Mamalitsidis la fa da padrone. Se proprio dovessi trovare un difetto a questo piccolo gioiello, dovrei segnalare il volume della voce che tende, molto spesso, a coprire il resto del gruppo. Ma questo è un particolare molto trascurabile e personale dato che risulta individuabile solo con un accurato ascolto del disco.
Concludo la mia recensione con un avvertimento per gli amici e lettori di Holy Metal: nel momento in cui inserirete il cd nel Vostro lettore, preparatevi ad essere travolti dalla turbolenza di dieci pezzi prodotti dai ciclonici Nikki Puppet.
Recensione di Donato Tripoli
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