Molti anni sono passati dal 1993, l’anno dell’uscita del primo album di questa band italiana, e come succede nei migliori gruppi è arrivata, oltre l’esperienza, la capacità di creare un progetto di largo respiro. "Evil" è infatti il primo di tre CD nei quali viene posta in musica la storia del personaggio più famoso di Valerio Evangelisti: Magus.
"E' una grande emozione, per uno scrittore, - scrive Evangelisti - scoprire che una diversa forma di espressione ha saputo cogliere il succo della sua narrativa. Si tratta di una cosa che accade di rado: tante, tantissime volte le trasposizioni cinematografiche, radiofoniche, a fumetti ecc. tradiscono l'opera da cui traggono ispirazione. E' stata la sorte, per rimanere in un campo letterario analogo al mio, di H.P. Lovecraft. Nessun film tratto dai suoi racconti, nessun fumetto, è stato capace di restituirne lo spirito e le atmosfere. Solo i Metallica, con alcuni brani musicali (soprattutto lo splendido The Call of Ktulu, nell'album Ride the Lightning), sono riusciti nello scopo. Per il resto, a parte qualche videogioco (penso principalmente al vecchio Shadow of the Comet), il nulla."
“Evil” si apre con un intro molto sinfonico. La prima canzone “Where’s My Heaven?” però spegne le tendenze prog a favore di una componente power molto più dominante. Questa tendenza è confermata anche dalla terza traccia “Army Of The Dead” che con i suoi ritornelli molto corali richiama in pieno la tradizione iniziata dai Kamelot e Rhapsody. Ben inteso, i Time Machine non stanno rinnegando il passato e subito in “Kiss of Fire” (Nb. Sul retro questa canzone di chiama così, ma nel booklet, e come cantato nel cd, troviamo “Eyes of Fire”) ritroviamo lo stile che li ha resi grandi: assoli velocissimi, cambi di tempo e stacchi melodici al limite, tutte le caratteristiche del prog metal italiano. Pino Tozzi, il nuovo cantante si dimostra pienamente all’altezza, anche se viene lasciato a riposo nella suite strumentale “Ecclesia Spiritualis”, la sua voce si sposa perfettamente con lo stile dei Time Machine anche grazie alla sua esperienza negli Arkè, un’altra band prog italiana.
L’ultima perla di questo album è sicuramente “Hailing Soul”, con le sue atmosfere cupe e le ripartente veloci rappresenta sicuramente la chiusura perfetta prima del breve outro “Silent Bell” che termina la musica dei Time Machine.
Senza dubbio questo appena sentito è un album di alto livello, non sarà forse la migliore uscita dei Time Machine, ma rimarrà sicuramente come punto di riferimento per la scena metal italiana. Molte delle canzoni avranno sicuramente un’ottima presa dal vivo vale perciò la pena di fare un bel po’ di chilometri per gustarsi un concerto di questa band italiana ormai matura, esperta e completa.
Recensione di Tommaso Bonetti
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