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Dionysus - "Anima Mundi" (AFM Records /Audioglobe)

Line up:

Olaf Hayer - Vocals
Johnny Öhlin - Guitars
Kaspar Dahlqvist - Keyboards
Magnus "Nobby" Noberg - Bass
Ronny Milianowicz - Drums
 

voto:

6
 

recensione

"Anima Mundi", così si chiama la seconda release di casa Dyonisus, band capitanata dal vocalist Olaf Hayer (noto per essere anche il singer dei solo album del chitarrista nostrano Luca Turilli). Come nel debut album "Sign of Truth", uscito nel 2002, il five pieces offre un buon power metal, carico di quell'entusiasmo e voglia di fare tipico delle giovani band che hanno voglia di emergere. L'album si apre con "Divine" una song che si avvicina molto a sonorità tipicamente finniche (stratovarius, sonata arctica ecc...), è in brani come questo o anche il successivo "Bringer of War" e la title track "Anima Mundi", eseguiti in maniera eccellente ma che non spiccano certo di grande originalità, che la voce di Olaf da quel qualcosa in più che fa la differenza. Putroppo non tutte le canzoni sono valide allo stesso modo e, dopo un primo ascolto, brani come "Hearth is Crying" e "What" perdono di efficacia spingendo l'ascoltatore a passare ai brani successivi. Questa caratteristica la si trova, fortunatamente, solo nella parte centrale dell'album. Per chi supera indenne l'ascolto di "What" ecco infatti una gradita sorpresa, "Eyes of the World" un brano che ricorda moltissimo i passati lavori di Olaf al fianco di Turilli e subito dopo ecco quella che a mio avviso è la miglior traccia di tutto il cd: "March For Freedom". In questa canzone, carica di energia, Hayer non canta, ma recita la musica, supportato dalla chitarra di Johnny Öhlin e dal grande tastierista Kaspar Dahlqvist, il quale ha un passato di collaborazione con Yngwie Malmsteen. I tre brani successivi chiudono l'album in maniera abbastanza convincente e tirando le somme la band svedese offre nel complesso un buon lavoro, ben prodotto e, come già detto, tecnicamente ben suonato, tuttavia una caratteristica che si nota sin da un primo sommario ascolto è l'incoerenza nell'interpretazione delle varie canzoni, alcune veramente ottime, altre invece noiose e scontate che non fanno altro che abbassare la media di tutto l'album. Speriamo che in futuro il dio greco del vino ci sappia offrire un lavoro più omogeneo.

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

  1. Divine
  2. Bringer of War
  3. Anima Mundi
  4. Hearth is Crying
  5. What
  6. Eyes of The World
  7. March For Freedom
  8. Closer To The Sun
  9. Forever More
  10. Paradise Land

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