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recensione

Dopo un’intro recante rumori provenienti da un campo di battaglia ed un’ave Maria in latino, il primo pezzo “The Bullet’s Rain” parte con un’inaspettato e durevole arpeggio di chitarra, che comprende tutto il brano. Il secondo berano “Pure Violence” mostra la vera natura della band. Il genere proposto è un death, con sfumature di thrash, che parte dalle solide basi del passato, ritmi abbastanza veloci, batteria incalzante e voce che varia da growl ad una sorte di screaming. Il terzo pezzo resta fedele al genere, ma appare già più convincente e coinvolgente del primo, in particolare nella sua fase iniziale, anche se vi sono tratti che sembrano prendere qualcosa in più dell’ispirazione da pezzi dei pantera (tipo “Becoming”). Dopo di che traviamo “Testament Of Decadence”, che neanche a volerlo fare apposta si avvicina allo stile compositivo dei primi testament, soprattutto per quanto riguarda le chitarre.
Bleeds For War” inizia con un passaggio a fuoco della batteria, peccato che i suoni della drum machine non siano molto naturali, all’ingresso delle chitarre e del basso il tutto si stempera e si amalgama molto meglio. Lo stile generale si avvicina parecchio ai benamati Carcass, la voce stessa assomiglia a tratti a quella di Jeff Walker.
Il livello generale è più che discreto, drum machine a parte, i pezzi non sono troppo innovativi, ma almeno presentano delle differenze tra di loro, cosa non sempre scontata.
La qualità del suono non è eccelsa, il basso ha un suono un po’ troppo piatto, le chitarre tutto sommato non sono male, forse appena un po’ farinose, ma non inadeguate al genere, ma i punti più critici sono la già citata batteria e la voce.

Recensione di Lorenzo Canella

tracklist

1. The Bullet’s Rain
2. Pure Violence
3. Terrorist
4. Testament Of Decadence
5. Bleeds For War