Smashhead è sicuramente sinonimo di guerra, morte, distruzione e violenza. Non può che essere così perché i tre ragazzi di Sassari che così hanno chiamato la loro band; queste tematiche le affrontano con particolare passione. Inoltre, i tre musicisti fanno di tutto (riuscendoci benissimo per giunta) per dare l’impressione di trovarsi negli orrori di una delle molteplici guerre che affliggono il pianeta. Come? Ma con il loro ottimo death metal naturalmente. Questa impressione la si ha già dalla intro: sirene, gente che urla e lo sparo di un colpo che fa presagire un avvenuta fucilazione, ti introducono nel periglioso e sanguinoso mondo degli Smashhead.
I testi però non raccontano solo fatti legati alla guerra sul campo (ossia quella costituita da battaglie e scontri a fuoco di vario genere), e neppure di fatti storici o di idee politiche. Le canzoni parlano soprattutto della distruzione completa, sia fisica che mentale, di un individuo che vi é coinvolto. Bloodshed and killing until extinction, sa trattare tematiche complesse come le ferite interiori e la depressione che un conflitto armato può lasciare nell’animo di un uomo. La slayeriana scars of war sa esporre l’oscurità di queste tematiche in maniera eccellente. essa parla delle orride visioni che un uomo ferito deve sopportare prima che la morte venga a lenire il suo immenso dolore.
Tutti i testi sono stati scritti dal bravo Luigi Cara (anche cantante e bassista). In tutte le canzoni non si può non notare la bravura e la brillantezza compositiva di Luigi. Non è sicuramente facile esprimere i concetti descritti sopra. L’unica pecca nella stesura testi è che alcune parole tendono a ripetersi un po’ troppe volte. Ma non è sicuramente un problema e questo fatto non leva nulla all’ottimo demo che è Bloodshed and killing until extinction. E poi il nostro, data la giovane età, non ha che un margine di miglioramento di fronte a se.
Naturalmente il qui presente demo, non è costituito solo dalla intro e dai quattro testi: da ascoltare vi è pure dell’ottimo death metal. Il sound degli Smashhead è veloce, aggressivo con alcune influenze thrash. Le sonorità sono perfettamente coincidenti colle tematiche di cui sopra. Franco Fois è il solo e unico chitarrista della band. Ma con lui, una seconda chitarra sarebbe perfettamente inutile: ascoltando il disco senza la line up sott’occhio verrebbe da pensare che le chitarre sian due. Naturalmente oltre a fare casino per due, il nostro sa pure suonare egregiamente, riproducendo alla perfezione sonorità molto vicine ai già citati Slayer e al death di scuola floridiana. la batteria crea il supporto perfetto per questi reef così violenti e mortali. In fine veniamo alle parti vocali. Il growl di Luigi è impeccabile. Il suo timbro vocale non ha nulla da invidiare a quelli dei gruppi che nel mondo del death la fanno da padroni. E sto parlando dei cantanti di gruppi come i Morbid angel o dei Deicide. A conti fatti, il death degli Smashhead è di ottima fattura e si lascia ascoltare piacevolmente.
Però non tutte le canzoni su Bloodshed and killing until extinction sono inedite: la intro e la opener Flash before olocaust (assieme a Scars of war la testualmente meglio concepita) era già stata stampata nel 2004 su di un omonimo demo distribuito solo in Sardegna. Sul disco vi era pure una traccia video per PC.
Ora spero che il loro secondo demo possa sbarcare sul continente, perché sicuramente questi tre giovani hanno molto da dire. A rendere ottimo questo demo, ci sta pure la produzione. Bloodshed… si sente meravigliosamente e sembrerebbe quasi essere stato registrato in uno studio di registrazione altamente professionale. Di fatti all’ascolto, non si direbbe che è un lavoro autoprodotto.
Anche l’artwork è molto bello e ben eseguito. Forse solo un pochettino sanguinolento. Ma coi temi trattatti cosa vi aspettavate? Fiorllini? Nell’interno del booklet sono stati stampati i testi con sullo sfondo degli elicotteri militari neri che si stagliano su di uno sfondo rosso fuoco. Il tutto fa molto good morning Vietnam. Sull’ultima pagina ci sono riportati pure tutti i ringraziamenti. Il tutto è stato stampato su di una carta plastificata un po’ ruvida al tatto. Tutto è stato studiato fin nei minimi dettagli. Ma in fondo sono queste piccole cose che rendono grandi e gli Smashhead se continuano così lo diverranno di certo.
Recensione di Elisa Mattei
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