A tre anni di distanza dall'uscita ufficiale di Eric The Red, secondo platter dei faroensi Tyr, Napalm Records, nova etichetta della band,
decide di dare alle ristampe questo "vecchio" ma validissimo lavoro. Al tempo l'album uscì per conto di una piccola label delle isole Faroe
e l'album non poté godere di una distribuzione su vasta scala, limitandosi a paesi scandinavi, Germania ed est Europa.
Avevo già recensito questo album all'epoca della sua uscita ma ritengo doveroso dare maggior spazio al lavoro la cui recensione all'epoca
fu selezionata come album della settimana e, ad oggi, riconfermo la mia valutazione.
E' una fortuna per gli amanti del viking poter finalmente trovare questa eccellente release anche nel negozio sotto casa. Nella nuova
versione, oltre ad un nuovo artwork, sono presenti due traccie bonus (God of War e Hail to the Hammer) che sono state ripescate dal
primo album "How Far to Asgaard".
Non ritengo necessario dover riscrivere la recensione intera dell'album ma mi limiterò a riportare di seguito quella vecchia, segno che
dopo tanto tempo ancora apprezzo questo cd che gira ancora con regolarità nel mio stereo.
Nelle gelide acque del nord a metà strada tra Norvegia e Islanda si trova un piccolo arcipelago ad oggi abitato dai diretti discendenti di
esploratori, avventurieri ed eroi che conosciamo col nome di Vichinghi. Dalle coste Norvegesi salpavano coi loro Drakkar in cerca di
ricchezza, gloria e onore e si insediarono anche in questi magnifici luoghi, mi riferisco alle isole Faroe. Ancora ai giorni nostri i canti e le
ballate popolari di questi luoghi hanno come tema principale le imprese del popolo del nord e delle sue divinità. E da queste isole ecco
fare la sua comparsa una band che ha saputo miscelare ballate folk ed heavy metal facendo rivivere ancora una volta i vichinghi e il
Valhalla.
Il loro nome è Týr, ricordatelo bene perché credo che in futuro sentiremo parlare molto di loro. “Eric The Red” è la loro seconda release e
devo ammettere che non avevo mai sentito nulla del genere in vita mia. Stilisticamente i Týr sono praticamente unici anche se molto
debbono al prog ed, anche se meno epici e più tecnici spesso mi fanno tornare alla mente i nostrani Doomsword in particolare quelli degli
ultimi due album.
Una dote che indubbiamente va elogiata è l'armonia con cui il combo faroense è riuscito a creare atmosfere epiche il cantato in
madrelingua di alcuni pezzi conferisce poi quel tocco di originalità in più e rende il tutto ancora più viking. Tra i brani migliori vanno
certamente citati “Ramund Hin Unge” cantato in danese e “Styrisvolurin” cantato invece in madrelingua. Altri pezzi validi sono
sicuramente la opener “The Edge”, la title track “Eric the Red” e l’epicissima “Rainbow Warrior”. Il merito della buona riuscita di questo
album va al cantante/chitarrista nonché songwriter Heri Joansen ed alla sua ottima voce che ben si amalgama al sound diventando un
tuttono. L’energia che sprigiona e l’entusiasmo contagiano da subito l’ascoltatore, fate attenzione: difficilmente dopo aver ascoltato questo
album riuscirete a toglierlo dal lettore cd!!! Buon ascolto.
Recensione di Paolo Manzi
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