Ci sono svariati motivi per cui ho atteso nell’ultimare questa recensione.
In primo luogo, il bisogno di documentarmi sugli Ensoph, ed in questo devo dire che purtroppo non sono stata degna di encomio, visto che il promo cd è arrivato senza alcuna informazione, e nella homepage della band nostrana non vi è che qualche scarno accenno a line-up e discografia.
In secondo luogo, ho cercato di raccogliere qualche opinione su questo album, ma nessuna mi ha veramente entusiasmato.
E così, eccomi qui a parlare di Project X-Katon, sesto album di una band che si definisce“extreme metal, gothic, prog & electro-industrial”. Troppi titoli? Eppure è proprio di questo che stiamo parlando: una musica che definirei senza mezzi termini un patchwork di stili vari, variegata ma sempre impregnata di un mood squisitamente dark, conferitole dall’uso massiccio di tastiere e sintetizzatori; un sound che all’inizio puo’ spiazzare, ma che risulta senza dubbio accattivante.
Le quindici tracce di cui si compone l’album (dodici più tre bonus tracks) sono davvero una più bella dell’altra, a partire dal metal con inserti elettronici di “Condemned”, alla spiccata componente industrial di “Kirillow’s Bullet” e “D-Generation”, per arrivare all’apocalittica “Un Petalo Di Pietà”, che richiama la tradizione dark italiana, e alla splendida “Getsemani”. Da segnalare è la voce, che oltre al cantato normale adotta in alcuni brani una tonalità distorta, quasi lamentosa, a volte ridotta persino a un bisbiglio. L’effetto è spettacolare!
Unica avvertenza: non tutti potrebbero gradire questo ibrido, per quanto innovativo e particolare possa essere. Gli Ensoph, come la maggior parte delle band electro-industrial, si amano o si odiano al primo impatto. Io ho fatto la mia scelta, e voi?
Recensione di Tiziana Ferro
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