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Compulsion - "To die Before Dying" (Autoprodotto/***)

Line up:

Giordano Costantino - voce, chitarra
Mirko Angelici – basso
Gianni Girolami – chitarra
Roberto Pietrangeli - batteria
 

voto:

6
 

recensione

To die before dying, è un disco dove le chitarre sovrastano tutto. Questo demo infatti é un susseguirsi infinito di “riffoni” granitici e ultra pesanti che spesso tendono persino ad occultare la batteria. Essa infatti è spesso in secondo piano e a volte si sentono solamente i piatti.
I giri di chitarre sopra citati, si accavallano gli uni sopra gli altri sempre uguali e senza mai arrivare da nessuna parte. A volte lo stessa melodia è ripetuta fino allo sfinimento. Esempio perfetto di questo è Nonexistence point, dove per i primi due minuti della canzone si gioca sempre sullo stesso ritmo. Ma poi per fortuna, nell’ultima parte del brano, i Compulsion si disincantano e mettono il turbo per finire il pezzo in un roboante chaos sonoro. In pratica il Death metal con qualche influenza thrash di questa band è stantio e spesso al limite del monotono, oltre che sentito e risentito migliaia di volte.
Comunque con questo inizio negativo di recensione, non voglio dire che i Compulsion non siano capaci di destreggiarsi coi loro strumenti, anzi. La loro capacità di suonare è molto buona e se i suoni fossero stati un po’ più vari e fuori dal seminato del genere death, il giudizio sarebbe stato ben più positivo. Anche la produzione è eccellente. Infatti come ho già potuto sentire in precedenza i 16th cellar studios sono un ottimo studio di registrazione e il loro proprietario Saul è indubbiamente uno che sa il fatto suo.
Altro punto di forza dei Compulsion è il singer / chitarrista Giordano Costantino, che con il suo vocione immane riesce perfino a sovrastare i chitarroni di cui sopra. Il suo growling, è veramente straordinario, perché si riescono a distinguere facilmente le parole. Cosa non sempre evidente nei gruppi che usano questo tipo di cantato
I testi sono molto belli, soprattutto Don’t live…produce, che è un ottima sintesi dell’alienazione di un qualsiasi uomo che nella sua vita non ha mai trovato tempo per vivere, ma solo per produrre. Non per un padrone in particolare ma per elementi che lo vogliono comunque schiacciare e reprimere come la famiglia, la chiesa oppure la scuola. E alla fine a questo fantomatico individuo non resta che la morte…senza avere mai vissuto.
Quella appena descritta è decisamente una situazione poco idilliaca e pessimistica, ottimamente riportata anche dall’artwork del disco: una distesa grigia ed infinita di pietre con nel centro la faccia di un uomo che urla disperato sotto un celo plumbeo che non fa presagire nulla di positivo, campeggiano sulla copertina del disco. All’interno sono riportati tutti i testi delle canzoni, mentre sull’ultima pagina c’è la foto dei componenti la band con tutti i ringraziamenti del caso.
Sufficienza piena per i Compulsion, che se lavoreranno un po’ di più sulle sonorità potranno tranquillamente ottenere altri voti. Anche perché le basi ci sono, il talento pure.

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. Don’t live…produce
  2. Nonexsistence point
  3. Inner fog
  4. Nno way out

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