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Forefathers - "Ours is the Kingdom " (Karmageddon Media /Audioglobe)

Line up:

Athelstan & Wulfstan: All instruments and vocals
 

voto:

8
 

recensione

"Ours is the Kingdom" è il quarto album del duo inglese attivo ormai dal 1997. Questo è il primo album che sento della band formata dai 2 fratelli Athelstan e Wulfstan (che si occupano di tutte le parti strumentali e vocali del cd) e posso dire che ne sono rimasto piacevolmente colpito. Il progetto nacque con l'intenzioni di creare del metal potente e epico per rendere onore ai loro antenati Anglosassoni. L'iniziale "The Shield-Wall" parte con un riff in pieno black-style ma subito si nota l'ottima e epica melodia di chitarra. Dopo poco ecco entrare la voce che non è scream come mi aspettavo ma bensì una voce pulita ed evocativa. Voce che rimarrà tale per buona parte della canzone e dell'album in generale anche se però in più punti si tramuta in un ottimo scream. La title-track è simile alla precedente, cioè musica black e voce pulita sopra e tanta tanta melodia. "Proud to be proud" ha un incedere più "manowariano" (anche se l'influenza black è sempre ben presente) con l'orgoglioso ritornello più power che vi si stamperà subito in testa. Veramente notevole la strumentale (più orientata verso l'ambient) "The Sea-King" che gode di ottime melodie create dalle tastiere. "To The Mountains they Fled" è un episodio molto vicino al power grazie a una doppia cassa molto veloce e a delle semplici melodie anche se comunque non cade nello scontato grazie alla particolare voce di Wulfstan. Anche la lenta "The Folk that They Have Forgot" ha dei forti richiami ai Manowar anche se gli arrangiamenti tastieristi la rendono particolare. La chiusura dell'album è affidata a "Rebel of the Marshlands" che si pone come la canzone più cupa e cattiva del lotto e alla pesante e fiera "Wudugast". In fin dei conti un ottimo album, che forse pecca un po' in fase di produzione (infatti il suono non è il massimo) ma che si fa notare per la sua particolarità stilistica che lo rende distinguibile fra molti anche se risulta facilmente assimilabile. Da sottolineare anche la bellezza dell'artwork che appare molto curato e ben farcito da ottime immagini che ben rendono l'idea del cd.

Recensione di Simone Bonetti

tracklist

  1. The Shield-Wall
  2. Ours is the Kingodm
  3. Proud to be Proud
  4. The Golden Dawn
  5. Smashed by Fate
  6. The Sea-King
  7. To the Mountains they Fled
  8. The Folk that Time Forgot
  9. Threads of Time
  10. Keep Marching On
  11. Rebel of the Marshlands
  12. Wudugast

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