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The Alien Blakk - "Modes Of Alienation " (Black Lotus Records/Audioglobe)

Line up:

Joshua Craig Podolsky: chitarra e arrangiamenti
David Ellefson: basso
Craig Nielsen: batteria
 

voto:

6,5
 

recensione

Eccomi tra le mani un album strumentale che sin dal primo ascolto ha suscitato in me non molte emozioni anche se devo dire che qualche spunto interessante non manca e lo stile di questo chitarrista potrebbe anche piacere. Sto parlando di The Alien Blakk, progetto solista dell’axeman Joshua Craig Podolsky che quest’anno si presenta in un trio composto da grandi nomi, David Ellefson ex bassista dei Megadeth e Craig Nielsen batterista dei Flotsam & Jetsam.
In quest’album di debutto Modes of Alienation Podolsky lascia libero sfogo alla sua vena creativa passando dal metal al country senza alcuna discriminazione di genere. Generalmente direi che il chitarrista si muove molto meglio in campo acustico o in pezzi melodici mentre in brani più pesanti come Replihate, The Thing e Self ho apprezzato poco la parte solista; a mio parere nelle canzoni meno heavy il chitarrista riesce a esprimersi meglio mentre nell’altro tipo di brani a volte si riscontra una certa banalità.
Se vogliamo citare alcune tracce tra le più significative direi che For Max è una delle meglio riuscite ricca di passaggi interessanti e anche l’assolo/tema mi sembra valido. Una pecca la trovo invece nel giro di accordi che, soprattutto quando viene riproposto in versione più rock con dei bicordi, suona come un tipico giro trito e ritrito.
Twin, Twang Twung rappresenta l’animo allegro di Modes Of Alienation, un country basato sul classico giro blues con arrangiamento e assoli “divertenti”, certamente niente di nuovo ma in questo disco spicca dato che stacca un po’ dal resto dell’album. The Audition la classificherei come la canzone più rilassante dell’album in cui con arpeggi e parti in stile “menestrello” la chitarra classica fa da padrona, in alcuni punti accompagnata dalla tastiera.
Un aspetto che mi ha lasciato un po’ perplesso è stato un intermezzo di Black Art in cui, di certo volutamente e non per incompetenza, la linea solista è completamente fuori tonalità o addirittura suonata con una chitarra scordata; scelta che sicuramente colpisce l’ascoltatore ma che personalmente non avrei utilizzato. La produzione è abbastanza buona, certamente superiore nei brani acustici.

Recensione di Mattia Berera

tracklist

  1. Replihate
  2. For Max
  3. Sol Amente
  4. Twin, Twang Twung
  5. A Question
  6. The Thing
  7. In The Name
  8. The Audition
  9. Self
  10. Black Art

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