President Evil, ecco questa band tedesca giungere al suo primo album, Trash ‘n’ Roll Asshole Show. Il gruppo si forma nel 2002 e registra The Electromagnetic Superstorm, demo seguito da un’intensa e fortunata attività live che vede la sua partecipazione a festival come il Dong Open Air, la vittoria al Live in Bremen e ingaggi con gruppi del calibro di Ektomorf, Mnemic e Fireball Ministry; quindi questo disco possiamo considerarlo il risultato di questi quattro anni di esperienze musicali.
I brani proposti sembrano validi anche se devo dire che probabilmente i puristi come me non apprezzeranno alcuni elementi in stile hardcore o crossover. La componente che più di ogni altra apporta queste influenze ritengo sia la voce, urlata ed aggressiva ma avente quel qualcosa di “new” che poco mi emoziona. Oltre al timbro anche le linee vocali e alcuni passaggi strumentali contribuiscono a creare questo “alone” di modernità che si allontana un po’ dalla mia concezione di musica metal. Tuttavia devo aggiungere che all’interno di questo disco troviamo anche idee interessanti, l’album contiene 13 pezzi per una durata totale di circa 50 minuti, l’ascolto scorre liscio come l’olio e non annoia di certo.
Sotto l’aspetto strumentale l’elemento ritmico è quello che tiene in piedi tutta la baracca e in questo ambito la batteria svolge un ruolo fondamentale, il drummer Dennis dimostra di possedere una buona padronanza dello strumento e soptrattutto un ottimo stile in relazione al genere suonato e quindi anche agli altri musicisiti.
Il basso sostiene bene il muro di suono senza mai lasciar soli i suoi compagni e a volte, come nel caso dei brani El Sadistico e Action Express, si pone come protagonista offrendo un riff che dà carica e annuncia l’avvento del brano pesante. Le sei corde, come già accennato precedentemente, propongono per lo più parti ritmiche e pesanti, raramente si concedono alla melodia e anche gli assoli sono poco presenti, a volte incontriamo dei brevi accenni ma quasi mai ci capita di trovare il “momento dell’assolo”.
La descrizione della voce l’ho già espressa all’inizio e un commento globale sul genere de gruppo potrei riassumerlo con questa frase: “Se non avessi letto la loro biografia avrei pensato che i President Evil fossero una di quelle nuove band provenienti dagli Stati Uniti, la quale però ha ancora qualche legame con il padre metallo”. La produzione è ottima, negli Stage One Studio di Andy Classen il suono di ogni strumento è stato curato attentamente senza lasciare nessuno in disparte e amalgamando il tutto alla perfezione.
Recensione di Mattia Berera
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