In Francia, si possono trovare molte belle come la Nouvell cuisine (quella dove paghi molto e mangi poco per intendersi), Zidane e le pasterelle. Oltre alle questioni gastronomiche e calcistiche, la Francia è famosa anche per l’arte. Non a caso Parigi ospita alcuni fra i più importanti musei del mondo. E sempre non a caso che da quella città sono emersi, emergono e emergeranno artisti di fama internazionale. Noi non dobbiamo però andare nella capitale, per trovare il gruppo del quale vi sto parlando oggi, ben si a Rambouillet, una città nelle sue vicinanze. Qui i Pitbulls in the nursery (PITN), hanno deciso di esprimere il loro immenso talento, non con tavolozza e pennelli; ma con chitarre, basso, batteria e voce. Il genere da loro suonato è una stranissima miscela sonora ispirata al sound di band quali Dying fetus, Death, Atheist e (forse più di tutti) Messhuggah. I PITN non hanno però copiato melodie, rif e quant’altro a destra e a manca per poi riportarle identiche in tutto per tutto, come purtroppo fanno in molti. No loro su queste solide basi hanno creato un genere proprio, chiamato Harsh, extreme cyber death metal. Il risaltato è Lunatic un album imprevedibile, una mescolanza di suoni potenti, ultra veloci e aggressivissimi, alternati a momenti di calma inquietante e melodie quasi, e ripeto quasi, rassicuranti. Il tutto è condito da effetti cybernetici che hanno molto da spartire con la filmografia di fantascienza. Lunatic è la prima fatica dei PITN, ma è così ben eseguito che è difficile credere che i nostri non abbiano già alle spalle una lunga carriera musicale.
Tutte le canzoni sono strutturate al meglio, i cambi ti tempo sono frequentissimi e repentini. Le due chitarre creano complessissimi rif che si attorcigliano alla potenza distruttiva della batteria. Alcuni elementi elettronici rendono il tutto ancora più complesso e interessante.
Il growl di Julien Foucalt non è di per se straordinaria ma si sposa perfettamente con le sonorità e l’atmosfera di Lunatic. Bellissima “La Norme” canzone dove potete sentire il cantato growl in lingua francese. L’effetto è strano perché anche una cosa dura come il deth metal più intransigente trova una melodia quasi orecchiabile.
L’unico neo di Lunatic é quella specie di nenia buddista che i PITN hanno inserito come traccia segreta: con il contesto e le sonorità estreme e malate dell’album ha poco a che fare. Esso infatti tende a rilassare, mentre tutto prima lasciava presagire una guerra nucleare.
Io non ho trovato bellissimo neppure l’artwork: una specie di testa piena di tentacoli elettronici che sta in una città devastata. Il disegno risulta essere un pochettino inquietante, Ma lo sono anche i contenuti del disco e il fatto di aver chiamato il gruppo Pitbulls in the nursery. Dunque anche se a me la copertina non è piaciuta gran ché tutto quadra con il pensiero dei PITN
Il contenuto di quest’album è molto convincente e originale. Ma non bisogna tralasciare che Lunatic è un album molto complesso e che per essere capito appieno necessita di più ascolti. Ma appena lo si è compreso, difficilmente si potrà farne a meno.
Recensione di Elisa Mattei
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