City of the Damned è il quarto album degli svedesi Raise Hell, il primo sotto la Black Lodge
Records. La band nasce a Stoccolma nel 1996 e pubblica il primo album Holy Target nel 1998 a
cui segue l'anno successivo Not Dead Yet. I tour sono frequenti e con molti nomi di spicco e
infatti la loro musica è perfetta per la sede live. Ultima uscita prima di questo nuovo disco
è Wicked is my Game.
Questo album non si discosta molto dai dischi precedenti, infatti il genere proposto è sempre
un thrash vecchia scuola americana sporcato con qualche reminiscenza del death melodico
svedese anche se il risultato puzza veramente troppo di già sentito. I riferimenti alle band
d'oltreoceano (Slayer, Testament e Exodus su tutte) sono veramente troppo marcati. L'unica
cosa che si distanzia un poco è la voce del singer Jonas Nilsson, una via di mezzo tra growl
e voce acida con qualche accenno ad acuti tipici di gruppi quali Anthrax e Overkill ma che
sinceramente risulta piuttosto fastidioso. I brani sono comunque buoni, molto diretti e con
veramente pochi fronzoli, con una sezione ritmica quadrata di supporto a delle ottime
chitarre che ritagliano alle volte delle buone melodie. Alcune influenze del metal più
classico le si possono trovare nella melodica Reaper's Callind, forse il pezzo più
interessante del lotto. La buona produzione, molto nitida ma non molto potente, e l'oscuro
artwork tentano invano di nascondere la carenza di idee di un disco troppo derivativo e già
sentito che finirà nel dimenticatoio molto presto.
Album consigliato ai soli thrashers incalliti che sicuramente non resteranno delusi dal
lavoro del gruppo, gli altri posso anche lasciare il disco a prendere polvere sugli scaffali.
Recensione di Simone Bonetti
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