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Bloodflowerz - "Dark Love Poems " (Silverdust/Audioglobe)

Line up:

Kirsten Zahn – Vocals
Jochen Laser – Guitar
Jan Beckmann – Bass
Tim Schwarz – Drums

Guests
Birgit Muggenthaler – Shawm (Track06)
Anna Kränzlein – Violin (Track 08)
 

voto:

5,5
 

recensione

Dopo due anni di silenzio e con una rinnovata line-up tornano sulla scena i tedeschi Bloodflowerz.
La band guidata dalla singer Kirsten Zahn, unica superstite della precedente formazione, insieme al batterista Tim Schwarz, propone un gothic-rock, non distante da quello proposto da band che occupano posti di rilievo nelle chart di mezzo mondo (Him, Evanescence, Lacuna Coil).
Prima ancora di ascoltare il cd rimango colpito dalla cover, originale e d'effetto, rappresentata dalla scorcio di una busta in carta anticata chiusa con sigillo in ceralacca timbrato con il logo della band.
Apriamo la busta e scopriamo il contenuto.
Questo terzo lavoro, dal titolo "Dark Love Poems", non molto si discosta dai suoi predecessori, e pecca, come questi, di originalità.
Sin dalla traccia di apertura, "Sajidas' song", veniamo accolti da un basso roboante che riporta alla mente, con le dovute proporzioni, i Moonspell di "Darkness And Hope". Questo basso sarà accompagnato per tutto l'album da una batteria lenta e poco incisiva, e dalla voce della bella Kirsten, mal dosata e con toni eccessivamente alti. Le tracce scorrono una dopo l'altra, e i miei istinti autolesionistici (Vene tagliate, mazzate nei co****ni, ecc.) aumentano a dismisura.
Siamo al sesto brano, e qualcosa mi risolleva il morale. "Anthem for a Stranger", infatti, si discosta dalla monotonia, grazie soprattutto all'inserimento di un nuovo strumento a fiato, simile a un piffero sia come fattura che come suono, risalente all'epoca medievale conosciuto come "Shawm" (non ho purtroppo trovato il corrispondente nome italiano).
Il suono di questo tipico fiato tedesco accompagna a meraviglia l'intera melodia dark, e allo stesso modo farà il suono del violino sull'ottava song intitolata "The Fool And The King". Altre tre canzoni, che non lasciano di certo il segno, vanno a concludere questo lavoro del combo teutonico.
Le due tracce alternative mi hanno davvero colpito, fossero state così tutte, sarebbe stato un grande album. Quindi, nonostante questo sia già il terzo anonimo lavoro, lasciamo aperto qualche spiraglio a questi quattro giovani che magari in futuro riusciranno a regalarci qualcosa di appagante...

Recensione di Dimitri Borellini

tracklist

  1. Sajidas' song
  2. Damaged promises
  3. The last dance
  4. Healing hearts
  5. Illusionary fields
  6. Anthem for a stranger
  7. Violent voices
  8. The fool and the king
  9. Dark angel
  10. Queen of the freakshow
  11. Dead love (a necrology)

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