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Luca Turilli´s Dreamquest - "Lost Horizons" (Magic Circle Music/Audioglobe)

Line up:

***
***
***
 

voto:

6,5
 

recensione

Non si fa quasi in tempo ad assimilare "The Infinity Wonder of Creation" che Turilli se ne esce, a poche settimana di distanza, con un nuovissimo side project dal titolo molto esplicativo: Luca Turilli´s Dreamquest.
Con questa nuova band, dove Luca abbandona la chitarra per suonare esclusivamente la tastiera, vengono esplorati nuovi orizzonti musicali. A partire dal cantato completamente al femminile, le innovazioni sono molteplici, atmosfere dark gothic innesti techno, ambient ed elettronica.
Tutte queste influenze portano i Dreamquest in una dimensione che si discosta parecchio da quanto proposto nelle altre formazioni, conferendo a "Lost Horizon" il titolo di album più originale e personale mai composto dal nostro connazionale.
Purtroppo da un prodotto originale non è sempre detto che ne esca un capolavoro, in questo album si trovano degli ottimi spunti come la opener "Dreamquest" dai cori maestosi e la successiva "Black Rose" con il suo bel solo di chitarra, paradossalmente a quanto detto in apertura sono i brani in cui il marchio di Turilli si sente in modo più marcato quelli più incisivi e convincenti.
Segno che troppe influenze tanto disparate possono generere confusione e smarrimento nell'ascoltatore si hanno con la titletrak "Lost Horizons", dall'inzio arabeggiante, si sente un muezzin che richiama alla preghiera per poi passare ad elementi elettronici che trasformano la canzone in una sorta di brano dance/pop con tanto di voce effettata che stona a dir poco, peccato perché le parti di tastiera vere e proprie invece in un'altro contesto avrebbero avuto il loro perché.
Quasi operistica è invece "Sospiro Divino", brano cantato in italiano, anche se, escluse le vocals eseguite da una cantante lirica, i testi e le melodie richiamano la rhapsodiana "Lamento Eroico". Ascoltare prima una poi l'altra come ha fatto il sottoscritto per credere. Il picco più basso si tocca con "Energy" brano da DJ parade, decisamente troppo "innovativo", tutto quello che poteva essere metal è andato completamente perso a parte una timida e fiacca chitarrina che ogni tanto prova a farsi sentire tra un tunz e l'altro.
Ci si solleva con "Froozen Star" ritornando su ben altri livelli, avvicinandosi a quanto proposto dagli olandesi Epica.
In chiusura da segnalare l'energica "Gothic Vision" dove si trova finalmente un bel guitar solo e risolleva definitivamente le sorti dell'album che , seguendo la tracklist, forma una sorta di parabola discendente, con il picco più basso proprio sulla sfortunata e fuori luogo "Energy". Questo lavoro spiazza anche chi ha apprezzto gli altri lavori superando di poco la sufficenza, ma da un'artista del calibro di Turilli, uno dei migliori compositori a tutto tondo che abbiamo nel nostro paese, ci si aspetta decisamente di più.

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

  1. Introspection
  2. Virus
  3. Dreamquest
  4. Black Rose
  5. Lost Horizons
  6. Sospiro divino
  7. Shades of Eternity
  8. Energy
  9. Froozen Star
  10. Too Late
  11. Dolphins Heart
  12. Gothic Vision

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