Axel Rudi Pell, uno dei più grandi chitarristi tedeschi degli ultimi quindici anni, ha creato il suo undicesimo full-lenght: Mystica. Di questo cd colpisce subito l’artwork: creato dall’illustratore colombiano Felipe Machado Franco e così commentato da Axel: "I cinque cavalieri sono sulla via verso casa dopo che hanno liberato i loro regni dalla razza diabolica durante la loro visita al castello dei re e delle regine (ndr: "Kings and Queens”). Il loro viaggio li condurrà indietro nel tempo nella zona d’ombra (ndr: "Shadow Zone") navigando attraverso l’oceano del tempo (ndr: "Oceans Of Time") . Ovviamente durante questo loro viaggio fantastico saranno attaccati da numerose creature...”. Questo stralcio di intervista svela anche gran parte dei temi trattati nelle liriche di Mystica. La chitarra di Axel suona con il gusto di un professionista maturo e appassionato della musica heavy durante tutto l’album.
"Mystica" è un disco heavy metal molto orecchiabile, Pell ci riporta ancora una volta quei saporiti anni '80 e ci presenta un ascolto molto gradevole che scorre tra potenza e melodia, un album sicuramente consigliato a tutti gli estimatori del genere.
L’album si apre come “Black Moon Pyramid”: un intro inquietante fa da opener a “Fly to the Moon” che comincia subito con un duro riff di chitarra di Axel. Il marchio di Mike Terrana si riconosce subito dopo i primi colpi sulle pelli. Per il resto la squadra di Axel è quella rodata, Johnny Gioeli alla voce continua ad incantare con il suo screaming durante tutte le canzoni.
“Fly to the Moon” lascia il posto a “Rock the Nation” un altro brano heavy il cui ritornello non si fatica ad imparare. Un caldo e tranquillo intro è invece l’inizio della terza traccia “Valley of Sin”, questa canzone, che non tarda però a riprendere il classico ritmo incalzante delle composizioni di Pell, è probabilmente la più riuscita di tutto Mystica. La successiva “Living in a Lie” ha però il difetto (o il pregio) di essere molto simile alle canzoni di “Magic”, un altro vecchio album di Axel, quasi come se fosse un brano ripescato dagli scaffali per essere reinserito in Mystica. Una canzone lenta è presente in ogni album del tedesco, così che possa sfoggiare al meglio le sue doti di chitarrista virtuoso e solita, “No Chance To Live” è, infatti, infarcita dei migliori assoli che si possono trovare in tutto l’album. Dopo la title-track e la strumentale Haunted Castle Serenade, il pezzo più interessante è sicuramente la veloce ed incalzante “Losing The Game”, dove Terrana si può sfogare dato che l’hanno tenuto a riposo nella traccia precedente. La chiusura del disco è, infine, affidata a “The Curse Of The Damned” perfetta chiusura melodica per l’ultima fatica di Axel Rudi Pell.
Mystica è un album maturo che affonda le sue radici nel sound anni ’80 e che, essendo stato scritto dai uno dei più grandi artisti europei, non può che regalare emozioni soprattutto agli amanti delle chitarre virtuose e dei riff secchi e decisi.
Recensione di Tommaso Bonetti
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