Gli Iron Maiden dimostrano ancora una volta di essere una delle colonne portanti del metal mondiale, ritornando con l’attesissimo ”Dance Of Death”. Undici canzoni compongono l’album e dopo una opening track non molto esaltante si parte con Eddie per un coinvolgente viaggio nel mondo della Vergine di ferro. ”Wildest Dream” ha il compito di aprire le porte agli ascoltatori, i quali a mio parere rimarranno un po’ delusi. Al secondo posto però un buon motivetto heavy metal abbastanza "tirato" riesce a risollevare il morale dei fan: ”Rainmaker”. Si prosegue con l’unica canzone del disco interamente scritta da Harris: ”No More Lies”; inizio melodico con temi puliti ed arpeggi per poi diventare pesante e sprizzare energia da ogni nota. ”Montsegur”, la quale ricorda vagamente “The Fallen Angel” (album: Brave New World), fa venir voglia di muovere i capelli, grande canzone. Le note passano dimostrando che ai veri artisti la creatività non manca; da segnalare la traccia “New Frontier” che per la prima volta vede il drummer McBrain come compositore. Le tre chitarre lavorano bene insieme e Bruce Dickinson può ancora dire ad alta voce: “Io sono Bruce Bruce, the air raid siren”. Il disco si conclude con ”Journeyman”, una fantastica ballata adatta per salutare in modo fiero il pubblico soddisfatto. Il suono potrebbe essere migliore, comunque si può ancora dire che gli Iron Maiden sono sul podio del metallo. Non mollate!
Recensione di Mattia Berera
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