C'è aria di vecchio e di nuovo in casa Falconer, innanzitutto perché con questo "nuovo" lavoro siamo davanti ad una line-up "rinnovata" ma, nel suo rinnovamento, trovo con sommo piacere una vecchia conoscenza: il primo signer della band Mathias Blad la cui voce è stata un elemento chiave che ha contribuito a rendere famoso l'act svedese all'epoca dell'omonimo debutto.
Quando uscì Falconer infatti fu proprio la voce di Blad ad esaltare pubblico e critica il quale proviene da una realtà, quella dei musical da teatro, del tutto differente da quella classicamente heavy metal e conferisce quindi quel tocco di personalità senza comunque spaesare l'ascoltatore avvezzo a ugole più heavy.
Ecco quindi che dopo due album poco convincenti, il quinto lavoro, ancor prima di un ascolto, si presenta già le carte in regola per poter essere nuovamente apprezzato tanto come i primi due dischi.
Ed infatti ci troviamo davanti ad una release fresca ed avvincente, ricca di varie sfumature il cui elemento chiave è proprio ancora una volta il vocalist che, in piena forma, si destreggia abilmente tra riadattamenti di brani folk svedesi, cavalcate power e classiche ballad.
L'album comunque non si limita a ricalcare i brani dell'album che rese famosa la band, diciamo che possiamo considerare "Northwind" il proseguo del discorso lasciato aperto dopo la dipartita di Blad.
La struttura delle canzoni resta infatti la stessa dei vecchi lavori ma atmosfere più epiche ed innesti folk fanno si che il sound risulti più maturo.
Tra i brani più interessanti troviamo la opener e titletrack, veloce ed immediata ma con un ritornello melodico, ottimo per mettere in risalto le parti vocali.
Molto interessante è anche il successivo "Waltz With the Dead" brano molto più lento ma coinvolgente , pare quasi una storia narrata... se non fosse per la presenza di due solide chitarre si potrebbe quasi paragonare ad una sorta di "musical".
"Tower of The Queen" canzone dai toni decisamente più allegri, quasi da happy metal rompe un pò la staticità di atmosfere epiche o cupe e probabilmente per questo motivo la ritroviamo posizionata circa a metà della tracklist.
Anche "Perjury and Sanctity" è un brano che va sicuramente menzionato dato che racchiude in sé elementi heavy, una velocissima doppia cassa, riffs taglienti ma anche elementi folk e dei chours molto orecchiabili.
Chiudo l'elenco delle canzoni che hanno maggiormente catturato la mia attenzione con "Himmel Så Trind" che con il suo cantato svedese si rivela uno dei punti di forza del disco.
L'edizione limitata racchiude poi altri brani cantati sempre nella lingua madre della band.
Questa volta quindi la band dell'ex Mitohtyn Stefan Weinerhall è promossa a pieni voti,
"Northwind" è infatti un album da avere, resta sottinteso che prima si possegga "Falconer".
Recensione di Paolo Manzi
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