La prima cosa che salta all’orecchio ascoltando questo cd è che sicuramente c’è qualcosa di particolare, in alcuni casi pare che le composizioni risalgano alla fine degli anni settanta-inizio ottanta, ma con suoni spesso odierni.
La prima traccia è già esemplificativa di questa tendenza, in essa possiamo trovare del rock, del pop (un po’ datati) e dell’elettronica, il tutto risulta molto particolare, il suono è an genere piacevolmente aperto e spazioso, a parte il tratto dell’assolo di chitarra/synth che è più scuro.
Nella seconda traccia l’atmosfera diventa più malinconica e si può ritrovare ben definito un riferimento al Mike Oldfield di metà carriera, il tutto si inserisce bene nel panorama musicale degli anni ottanta, miscelando caratteristiche di più generi.
La terza traccia si differenzia ancora dalle altre, e la si può riferire ad un certo stadio della musica progressive, quando era ancora una sorta di bozza, questo si ritrova soprattutto nella chitarra, che svolge un ruolo quasi appartato, il senso del pezzo invece volge verso sentimenti più pacati e tranquilli, moderatamente ottimisti, permane un influenza proveniente dagli anni 70 (e forse ci possiamo spingere più indietro).
Ogni pezzo di questo cd riserva delle sorprese, il quarto appare orientato verso il funky con un cantato quasi rythm & blues, un tocco lieve di psichedelia e pop anni ’80.
Nella sesta traccia troviamo una maggiore attualità…arriviamo addirittura agli anni novanta, come feeling generale, anche se, in particolare nelle chitarre rimane una sfumatura di vecchio progressive.
Soffermarsi sui dettagli dei pezzi credo che comporterebbe una ricerca di filologia musicale, di certo il prodotto è molto peculiare, non è particolarmente piacevole da ascoltare, ma non vi sono nemmeno pezzi o parti fuori luogo.
La composizione che sta a monte di questo disco è più che interessante, sia per quanto riguarda la struttura dei brani (che è in questo caso il meno), che soprattutto per i riffs utilizzati e per i risultati armonici, l’utilizzi di synth è molto vasto, si può dire che compone la parte principale delle melodie, però i suoni utilizzati sono in genere abbastanza naturali, pur comprendendo timbri occidentali, orientali, nordici, etnici…
Le prestazioni dei musicali son tutte molto valide, in particolare batteria e chitarra che si esprimono in un maggior numero di tecnicismi.
Il disco è registrato e prodotto molto bene, in modo da far risaltare questa vastità timbrica con un suono chiaro, definito e spazioso.
Recensione di Lorenzo Canella
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