Secondo album per gli italianissimi Raising Fear : dopo il ben accolto “Mythos” danno ora alle stampe “Avalon”,disco che mostra la loro crescita e maturità, anche se sono ancora forti le influenze che pesano sulla composizione della band …
Mi riferisco a influenze di bands quali Grave Digger ( “At the Gates of Avalon” … inoltre Rob & Chris ,stesso modo di cantare,stessa grinta ,stesse pecche nelle canzoni meno aggressive o più melodiche …); ma anche i nostrani Domine - per grinta ,immediatezza dei riffs e linee vocali molto catchy- , i Rhapsody per le parti coristiche … e non segnalerei anche delle sonorità attraversare i campi stilistici dei Gamma Ray.
Tutto questo però mantenendo un certo stile che sono sicuro si imporrà con l’andare nel tempo e darà vita a dei dischi 100% Raising Fear Style.
Aggressività ed energia non mancano in “Purification” e “When Past and future unite”(al limite dei Judas di Painkiller!) ,canzoni dal gusto prettamente americano.
Sicuramente il brano più coinvolgente è la title track ,una suite di quasi 14 minuti che condensa al meglio tutta l’arte e il gusto dei Raising Fear,con limiti e pregi ovviamente.
Così come nella conclusiva “Beyond Life” (forse la mia preferita …) il rimando a “Knights of The Cross” dei Grave Digger è quasi imbarazzante; in “Purification” sento molte le influenze dei primi Eldritch nella parte centrale che ben contrasta l’iniziale impatto … e a proposito di Eldritch … il disco è pieno di guest : Terence Holler degli Eldritch appunto, Chris Broderick (Jag Panzer) & Nick Savio (White Skull), Valentina Buroni (Beholder,Iridio) – che non mi convince per nulla,voce scialba,fredda e senza personalità -.
Interessante il concept su cui si basa questo disco,vi invito a leggere qualche intervista o viistare il sito della band in modo da farvene una idea … giusto per riassumere uso le stesse parole usate dalla band per presentare il disco :“Avalon è un nuovo concepì album tra passato e futuro,tra fantascienza,miti e storia antica “.
Un lavoro buono (con una sezione ritmica precisa e potente ),eseguito bene e ben curato … ovviamente consigliabile agli amanti del genere … tuttavia nulla di eccezionale (tranne le parti solistiche e alcune melodie molto accattivanti … tanto di cappello a Yorick & Alberto : bravi bravi bravi !! ); nulla di emozionante ,segno che la band ha ancora sì da lavorare ma che è comunque sulla buona strada.
Punto in meno per l’ artwork, troppo semplice e banale ( che segue la troppa scontata cover del loro primo disco )
Recensione di Rig ap Brig
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