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Gurd - "Bang!" (Dockyard 1/Edel)

Line up:

V.O Pulver, Voce, chitarra
Franky Winkelmann, Basso voce
Mauro Casciero, batteria
Pat Muller, chitarra voce
 

voto:

6,5
 

recensione

Dopo due anni di attesa, gli elvetici Gurd sono tornati a calcare le strade (e i palchi) del metal estremo con Bang!, loro ottavo studio album.
Dopo dodici anni di militanza, i quattro svizzerotti non si sognano neppure di smentire le loro origini di thrash metallers brutti sporchi e cattivi grazie alle sonorità veloci, violente e massicce tanto care alle band della bay area espresse in quest’album. Infatti Bang! è un concentrato di possenti reeffoni di matrice slayeriana e linee vocali ricalcanti quelle dei migliori Metallica.
Ma non solo di thrash quest’album è formato: vi è spazio pure per l’hardcore più brutale e stradaiolo tanto caro ad Agnostic front e ad Hatebreed (la title track ne è un perfetto esempio),
e per due brani che differiscono dagli altri per la loro totale diversità, Sia a livello stilistico che per velocità. Sto parlando di Children of the grave, che è una bellissima song, per non dire una ballata, fortemente ispirata ai Black sabbat di Paranoid. Durante questo brano il ritmo frenetico e brutale che aveva attanagliato l’ascoltatore per i primi quaranta minuti dell’album, viene a cadere e si sfocia in riff lenti e fangosi accompagnati dalla voce profonda e dolente di V.O Pulver. Se prima di questo brano si voleva solo spaccare tutto e lanciarsi in un headbanging sfrenato, ora bisogna fermarsi, abbracciare la propria tipa (o tipo) se lo/la si ha e alzare l’accendino. Finita questa bellissima canzone, che a mio parere è di gran lunga la migliore di Bang!, arriva il secondo brano particolare di cui ho parlato in precedenza: Prelude. Si chiama così perché costituisce una vera e propria intro (preludio) al brano successivo, The storm. Come il lettore avrà già immaginato, questo breve intermezzo è costituito da suoni lievi e gentili, quali uccellini e bambini che ridono, per poi terminare colla tempesta. A questo punto sì che si scatena l’inferno. La velocità torna al livello dei primi quaranta minuti del disco, se non superiore. ora la tipa va lasciata da parte, l’accendino riposto in tasca e il pogo più virulento scatenato in sala.
Quando la ragazza vi avrà perdonato per la brusca spintonata che le avrete dato, potrete prendere Bang! e ascoltarlo più nel dettaglio. Vi accorgerete presto che nel complesso non è poi sto gran disco, anche perché è composto da elementi triti e ritriti che dai primi anni ottanta ad oggi, sono stati replicati più o meno uguali miriadi di volte. Da qui il mio voto non altissimo ad un lavoro di per se buono. Non ho neanche inflitto ai Gurd un responso più basso perchè Bang! è disseminato di spunti interessanti (a parte Children of the grave naturalmente) nella forma di ritornelli molto orecchiabili (bello ad esempio quello di Spirit of rock) e riff accattivanti e ben strutturati. Cosa che rende il disco godibile e che gli da una spolverata di freschezza.
Colpisce anche la qualità non eccelsa dei suoni, che sono poco più buoni di quelli di un qualsiasi demo. In quanto Band in questione non è però una delle ultime arrivate dato che vanta collaborazioni con mostri del thrash quali Destruction, Fear my thoughts e Undergod as well, la cosa è certamente voluta. Anzi contribuisce a donare all’album una ombra di cattiveria e di grezzezza in più.
Questo disco è consigliato a chi ama le sonorità grezze e minimali senza troppi sofismi e fronzoli. Agli amanti della tecnica invece consiglio di lasciar perdere il CD ma magari di vederli dal vivo i Gurd che per fare un po’ di casino vanno sicuramente benone.

Recensione di Elisa Mattei

tracklist

  1. The grand deception
  2. Bang!
  3. Spirit of rock
  4. Black money
  5. Break the ban
  6. Like a man
  7. Wish
  8. Seducer
  9. Wise up
  10. Children of the grave
  11. Prelude
  12. The storm

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