Ci risiamo! Mentre è ancora fresco di stampa l'annuncio dello split in casa Shaaman (in cui hanno militato 3 ex Angra tra cui il vocalist Matos), gli Angra, quelli attuali del 2006, sfornano un nuovo lavoro, l'eccentrico "Aurora Consurgens" che va a scavare nel profondo dell'animo e della psiche umana.
Tematiche non semplici, come non lo erano, se si andava a scavare a fondo, quelle prese in esame nel precedente "Temple of Shadows", anche se, questa volta, non siamo davanti ad un concept.
Così partendo da una base musicale classicamente power / speed, ritroviamo tutti quegli elementi caratteristici di questa nuova era del combo carioca, vale a dire sonorità e strumenti tipici brasiliani ed elementi prog, soprattutto per quanto riguarda le chitarre e qui è come sempre evidente l'impronta di quel grande musicista che è Kiko Lureiro. Tuttavia il suono si è inasprito ed evoluto, soprattutto per quanto riguarda appunto le chitarre, pur mantenendo una certa continuità con la linea intrapresa da due anni a questa parte.
L'ascolto del disco non è propriamente immediato, sicuramente meno di quanto lo fu il predecessore, se non in alcuni frangenti come la opener "The corse of nature" saggiamente posizionata in prima posizione per non spiazzare troppo l'ascoltatore o "Salvation: Suicide" anch'essa non eccessivamente impegnativa, anche se per entrambe siamo in presenza di due articolati e sensazionali soli di chitarra.
L'alternanza di brani più intricati ad altri più diretti rende l'ascolto di questo lavoro piacevole e consente di assimilare senza difficoltà le parti più tecniche (vedasi "Window to nowhere" ricca di passaggi prog).
Troviamo anche intro dal sapore di medioriente con "So Near So Far", anche se poi il brano si sposta più sul prog strizzando l'occhio anche ad un pò di elettronica, rilegata comunque in secondo piano.
Ottima come sempre la prova vocale di Falaschi che, già come avvenuto sul predecessore di A.C., si muove su linee vocali più basse più adatte alla sua ugola. Ne si ha un esempio lampante in "Passing By" ottime vocals, backing e cours, per un brano che va in crescendo ma senza mai esplodere in futili eccessi.
In conclusione ecco un'altro ottimo lavoro targato Angra, una band che continua a sfornare ottimi album dimostrando a tutti che ha ancora molto da dire.
Recensione di Paolo Manzi
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