Che la Francia non fosse la patria del black metal già lo si sapeva, ma leggendo la presentazione promozionale sembrava di trovarsi di fronte ad un disco e ad una band veramente eccezionale. Detto questo è vero che ognuno tira l’acqua al proprio mulino ma in questo caso la casa discografica ha decisamente esagerato.
Sicuramente questi quattro ragazzi parigini, attivi già dal 1995 non hanno prodotto un disco da buttare ma sicuramente non si tratta di un capolavoro, ne tanto meno di un lavoro degno di nota.
“Wounds of Hatred and Slavery” è un disco normale e questo lo fa spesso cadere nel banale.
La proposta dei transalpini è il tipico black metal marcio e ignorante, che necessiterebbe di una produzione “da cantina”, ma trovandoci nel 2006 anche le band più underground possono godere di ottime produzioni che però spesso contrastano con quanto viene suonato.
Mid tempos alternati a scariche di velocità sono la base su cui è costruito l’intero lavoro con l’inserimento qua e là di alcuni stacchi melodici e parti molto cupe e depressive. Le song sono complete e ben costruite ma purtroppo risultano distaccate, il disco scorre via senza colpire, senza lasciare il segno.
La biografia recita che “oggi gli Eternal Majesty sono spettatori della miseria umana”, ora forse è eccessivo dire che noi siamo spettatori dell’umana miseria trovandoci di fronte a questo disco, ma è innegabile dire che con la normalità non si eccelle e si finisce nel dimenticatoio.
Recensione di Dimitri Borellini
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